domenica 27 gennaio 2013

Edi Brancolini

Edi Brancolini: i miti moderni di un preraffaellita.
Dall’alto di una rupe, prono sul ristretto spazio che la sola veste arancione sa contenere, similmente ad un monaco orientale, lo stilita riposa e medita. Isolato in un paesaggio terracqueo e confortato dal silenzio, l’asceta, improbabile, ma vagheggiata creatura dell’attuale nuovo millennio, sosta. In seguito alle sconfitte vergognose nelle scalate all’Olimpo, la creatura di Brancolini, avverte la necessità di abbandonarsi nel soliloquio della meditazione; è l’opportunità per rigenerare il simbiotico rapporto con l’universo. Sulla stele è a volte una creatura nuda, raggomitolata in posizione fetale, disposta a rinascere in un nuovo Eden.  Tra le rocce, lucenti e sconfinate, gli smeraldini specchi d’acqua accolgono, in un idilliaco, amniotico, brodo primordiale, la saggezza del colloquio intimo. Il paesaggio è sfumato nella corale condizione di finta quiete: permea la tensione verso l’Alto. L’uomo edifica le torri di Babele. Con l’ausilio di pali, con possenti massi a fondamenta della grande ara, con lo sforzo di sacrificali cariatidi e di ignari   peccatori costretti ad espiare colpe d’origine, si tenta di edificare l’osservatorio della conoscenza. Adamo ed Eva, indubbiamente le icone simbolo del percorso catartico dell’umana specie, reggono la volta della fede e della ragione, sulla quale sormonta la sfera: la perfezione, la terra, l’uovo, l’origine. Le certezze materiali si definiscono con la luce dell’alba. Ed è con la luce, con la luce della ragione, che si eclissano le parvenze; dal colloquio intimo, confortato dal dubbio, l’uomo di Brancolini azzarda nuove ipotesi per la sperimentazione. Messo in discussione l’ipse dixit si stracciano i pochi legacci inibitori che trattengono l’uomo alla terra; inizia il volo. E’ un innalzarsi goffo, pesante; è comunque un batter di braccia all’unisono. Per l’Artista di Carpi i “voli sincronizzati” sono epistemologiche speculazioni sul destino e sulla natura dell’essere. In modo personalissimo, riprende il linguaggio dei preraffaelliti e con sorprendente chiarezza decodifica gli universali significanti. Nella fase esecutiva dell’opera è uno scrupoloso continuatore delle tecniche e delle forme che si estesero fino al protorinascimento. Vanta l’uso dei colori alla caseina, una sorta di arcaica tempera dagli straordinari effetti cromatici, che in fase di rifinitura arricchisce con soluzioni grasse per dare la consistenza del colore ad olio. Le opere sono il frutto di un lavoro incessante di velature e finiture, tocchi di pennello e sfumature. Alla stregua di Rossetti e di Klinger, Brancolini ritorna al soggetto del passato della tradizione della mitologia e della religione, calato nei ruoli del quotidiano. Recupera la religiosità popolare, l’iconografia del ieri con i riferimenti a oggi, con la ridda di dubbi, senza intenti polemici, né di denuncia. In effetti l’illustrazione  della Vita Nova  e della cantica dell’Inferno di Dante ed di alcune Metamorfosi  di Ovidio trovano sorgente d’ispirazione nella comparazione con il modo di vivere presente. L’analisi del simbolo coevo, attraverso la riproposta del tema del passato è l’espediente peculiare dei preraffaelliti. Analogamente a Dafne, in cui la fitogenesi salda il legame alla terra, le radici dell’uomo sono fisse nel sostrato granitico. C’è in ogni caso la tensione al Cielo, nel tentativo di abbeverare l’anima al bello apollineo. Lo sfondo è l’Arcadia: idilliaca, sconfinata, inquietante. Sopra meandri d’alvei d’acque cristalline, violate da rari picchi solitari occupati da asceti, l’incontro di gameti esterofili ha concepito nuova vita. Nella sequenzialità logico-temporale si fa nuova esistenza: dai voli sincronizzati all’incontro, da questo ultimo alla maternità. La madre, ancora avvolta nelle tuniche monastiche, esibisce il frutto della continuità. Nell’ingenuità del paradiso terrestre le “chioccioline erranti” s’avviano in un viaggio colonizzatore. Sulla litosfera incedono lenti i viandanti. Il lungo cammino ricomincia; il mito edipeo della ricerca di sé e della generante si prospetta lungo e faticoso e non è casuale che già i cuccioli s’avviino in un percorso di crescita e di esperienze portandosi sulle spalle  la dimora coclea.  Nell’ affabulazione mitologico-escatologica, Brancolini, forte del suo artificio dicendi, non estingue con la certezza la decodifica del simbolo, né innalza ponti tra l’onirico ed il razionale; egli lascia il dubbio e progetta ricerca. I fantasmi, i sogni e le incognite che solo la notte pone, nel gotico scenario dell’infinito nel tempo e nello spazio, al flebile chiarore della luna ritorna il raziocinio con il dilemma amletico del perché esserci.
Vincenzo Baratella




Mostre recenti
2008 - Modena, Centro studi Muratori, personale.
2008 - Mantova, Arianna Sartori Arte, personale.
2008 - Viterbo, Artefiera, part..
2008 - Firenze, Palazzo Vogel, “Polimorfica”, part..
2008 - Vienna A, Art Point 222, part..
2008 - Graz A, Akzenta art, part..
2008 - Augsburg D, Galerie 2 Fenster, part.
2008 - Venezia, Centro culturale S.Vidal, part..
2008 - Piombino LI, Galleria comunale, personale.
2008 - Reggio E., Artefiera
2009 -Torino, gall. Davico, personale
2009 - Rovigo, Studio Arte Mosè, personale, testo di V. Barbatella, personale
2009 - Reggio E., Artefiera.
2009 - Innsbrug A, Artefiera, a cura di Artpoint Firenze.
2010 - Novi MO, centro culturale @rtstudio.
2010 - Ratingen D, Museum der stadt, “Phantastische Welten”, a cura di A.H.Murken
2010 - Reggio E., Artefiera.
2010 - Venezia, Centro culturale S. Vidal , part. a cura di Artpoint Firenze.
2010 - Vienna A, gall. Artpoint 222,  part. a cura di Artpoint Firenze.
2010 - Taranto, gall. d’arte Agorà, presentazione di V. Barbatella, personale. 
2011 - Arezzo, Artefiera.
2011 - Reggio Emilia, Artefiera.
2011 - Voghera PV, Sala Pagano, personale (con Gerico).
2011 - Carpi (MO), Galleria Fontanella, personale
2011 - S. Giacomo d.S. (MN), Ca’ di Pom, personale
2011 – Firenze, Gall. Benvenuti, “Puerto Sebastian” part. a cura di Lucio Scardino.
2012 - Carpi (MO), Fondazione Cassa di Risparmio, “Contrappunto” (Braglia-Brancolini), cura di G. Ghidoni, personale.
2012 - Modena, Centro Studi Muratori, personale
2012 - S. Benedetto Po (MN), Refettorio monastico, mostra antologica “Attualità del Mito”, presentazione di M. Dall’Acqua.
2012 - Aschaffenburg D, Museen Kunsthalle Jesuitenkirche, “Phantastische Welten”, “von Surrealismus zum Neosymbolismus”a cura di Axel H. Murken, part.
2012 - Vienna A, gall. Artpoint 222, “Il mito nel tempo” mostra a cura di Artpoint Firenze.
2012 - Piacenza, Artefiera, a cura di Artpoint Firenze.

Bibliografia recente:
1990 - “Edi Brancolini: lettura iconologica di un diario del conscio profondo”, Renzo Margonari.
1994 - “Di fronte alla figura”, Michele Fuoco
1996 - “Rane, ranuncoli e belle addormentate”, N. Miceli, D. Pasquali, G. Segato.
1997 - “Brancolini, Fusi, Gerico e Nigiani: quattro pittori dello sguardo cristallino”, Giorgio Di Genova.
1998 - “I vizi capitali”, Giorgio Seveso.
2000 - “Navigazione ultima”, G. Segato.
2004 - “Gli inganni della pittura” M. Sciaccaluga.
2006 - “La vita nuova”, C. Gizzi, C. F. Carli.
2006 - “Edi Brancolini: due punti sull’infinito”, Edizioni Ghirlandina.
2008 - “Melancholie und Eros”, A. H. Murken.
2008 - “Kinder des. 20.Jahrhunderts”, A. H. Murken.
2008 - “Dante e Ovidio”, C. Gizzi.
2009 - “Storia dell’arte italiana del ’900”, Giorgio Di Genova.
2009 - “I giudizi di Sgarbi”, Vittorio Sgarbi.
2011 - “Phantastische Welten” - “Von Surrealismus zum Neosymbolismus”, A. H. Murken.
2012 - “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea”, Arianna Sartori.
Arianna Sartori, Vincenzo Baratella, Edi Brancolini alla Galleria Sartori.
Il mito: ieri, oggi e domani 
dal 10 gennaio al 7 febbraio 2013


 Personale di Edi Brancolini allo Studio Arte Mosè: 2009

Emanuela Prudenziato, Raimondo Lorenzetti, Edi Brancolini, Arianna Sartori.