martedì 3 gennaio 2017

REMIGIO SURIAN: Doverose riflessioni


































REMIGIO SURIAN: DOVEROSE RIFLESSIONI.

E’ impossibile dimenticare nonostante siano trascorsi oltre settant’anni. Tempus omnia medetur. La massima latina è inefficace sul punto buio del sadico impazzimento consumato negli oltre trecento campi di morte distribuiti soprattutto nell’Europa centrorientale. Nomi di lager, fissi nelle menti e nei cuori con tutto il raccapriccio, ritornano come incubi alla coscienza, quasi impossibili a credere nelle inumane generalizzate pratiche di orrore. Il secolo breve non è stato avaro di dittature, né di crimini contro l’umanità. Remigio Surian, impegnato a ricercare, e nel contempo riferire, il dramma di milioni di essere umani con l’unica “colpa” di essere nati sotto la stella di Davide, presenta la mostra tematica nel periodo consacrato al ricordo; doverose riflessioni, appunto. L’artista rodigino, erudito cultore di storia dell’arte, mette in relazione simbiotica la vicenda narrata con figure e simboli dei maestri del passato: inconfondibile, a volte ironica, citazione comparata. Attraverso un’esclusiva tecnica dà rilievo al sofferto messaggio. Sul materiale povero, solitamente tavole -analoghe a quelle rinvenute fortuitamente nei campi-, applica un fondo di intonaco. L’effetto ruvido dato dalla sabbia veicola il pensiero al senso di sofferenza, alla barriera, al muro, all’occlusione. Dalle forme, dai corpi, dal paesaggio spoglio, emergono i toni smorzati, velati nel grigiore… quelli dello squallore della forzata privazione della libertà. Gli abbagli di luce esprimono le situazioni chiave di morte: il giallo di cromo è del Zyklon B, il rosso è del sangue e delle insegne di morte, l’azzurro il rimpianto della libertà. In accordo con i colori Remigio porziona i temi consolidati nella memoria collettiva: il lavoro coatto “fa l’uomo libero”, il camino dal quale “passare” ad altra vita -come scrisse  Vincenzo Pappalettera-, i fili spinati percorsi dall’alta  tensione, i “pigiami a righe” e, nell’assurda coniugazione del dolore, il piccino ebreo chino a raccattare briciole sotto l’icona del borioso criminale. Su “l’isola dei morti” di Arnold Böcklin la Bahnrampe conclude la corsa. Quella di Remigio è la mostra denuncia del genocidio marcato dall’odio razziale; l’intenzione è di rendere esplicita al pubblico la comunicazione e condividere l’imperativo: mai più.                 Vincenzo Baratella.

Alcune opere di Remigio Surian in mostra:
 

Inaugurazione rassegna: sabato 14 gennaio 2017, ore 18, in Via Foiume, 18 a Rovigo
CATALOGO IN MOSTRA.

da sinistra: la Sig.ra Surian, l'artista e la gallerista Prudenziato
Presentazione della mostra
Momento dell'inaugurazione
Da sinistra: L'artista Surian, Baratella e la giornalista Valentina Merlini
Momento inaugurazione