martedì 18 dicembre 2018

Graziano Tessarolo allo Studio Arte Mosè

Baratella illustra opera di Tessarolo (a fianco)


da sinistra: Baratella, Tessarolo, Paggiaro e Signora. Sotto: alcune opere dell'Artista Tessarolo
VIAGGIO D’AMORE TRA LE NUVOLE
Personale  di
Graziano TESSAROLO

a cura di Vincenzo Baratella

Studio Arte Mosè
dal 09 al 28 febbraio 2019
Sabato 09 febbraio 2019 alle ore 18,00 lo Studio Arte Mosè di Rovigo presenta la personale di Graziano Tessarolo dal titolo “Viaggio d’amore tra le nuvole”. Graziano Tessarolo, bassanese, frequenta il corso di laurea in architettura a Venezia e nel contempo collabora con studi tecnici e aziende come disegnatore e progettista di interni. Fin da giovanissimo ama la pittura e la scultura. Nel 1992 rientrato da Vancouver con grande bagaglio culturale, professionale ed artistico presenta la prima personale di sculture in terracotta e di disegni. Nel 1995 progetta e realizza l'interno della Cappella del "Campo della Vita" di Medjugorje (Bosnia Erzegovina) in marmo rosso Asiago. Due anni dopo per la Cappella di San Giovanni in Cherasco (CN) disegna progetta e scolpisce l'ambone, l'altare ed il fonte battesimale in marmo rosa di Asiago rappresentando la storia del Battista. Esporta in Gran Bretagna e in Russia i suoi progetti per interni ed arredo. Nel 1997 realizza una grande scultura in bronzo da collocarsi all'ingresso di una villa a Solagna (VI). Nel 1998 va in Brasile nelle periferie di San Paolo per progettare le case della prima missione della Comunità Cenacolo per l'accoglienza dei bambini di strada. Nel 2000 progetta il "Campo della Gioia" (casa femminile) a Medjugorje (Bosnia Erzegovina). Continua incessante l’opera pittorica concretizzando numerose personali. Da menzionare le esposizioni a Manarola nelle Cinque Terre. Nel 2007 realizza il ritratto in bronzo di Don Bruno Bello a Solagna, (VI). Nel 2014 una sua opera, "La Nave Azzurra", è immagine di copertina del festival internazionale "Vicenza in Lirica". Nel 2014 accetta di progettare la chiesa "Madre del Cenacolo" per la Comunità Cenacolo a Saluzzo (CN). Nel 2016 un incarico professionale lo ha portato per tre mesi a Luwingu (Zambia): luogo “di miserie e dignità”. La rassegna di febbraio, allo Studio Arte Mosè, già nel titolo, intende far liberare la fantasia, coinvolgere lo spettatore, in una narrazione sospesa, tra le nuvole appunto, dove i protagonisti, giovani innamorati, coppie d’anziani, viaggiatori nel tempo, ballerini, avviano una narrazione di fantasia che è un vero inno all’amore per la vita. Le opere, una trentina, hanno in comune una tecnica esecutiva che riporta ad un “figurativismo realistico, anche quando la fantasia va oltre l’oggettiva realtà delle cose”, come definisce lo stesso Artista. In alcune rimane legato ad un realismo accademico, con zone cromatiche ampie in modo da rendere plastiche le figure. In altri quadri dà sfogo alla fervida fantasia, creando fiabesche narrazioni, ambientate in paesaggi anderseniani, abbarbicati su dirupi, o su isole di nubi dove solo un solitario  sailor su di un gozzo fatiscente, pilotato da  un pettirosso può ammirare dall’alto il mare sottostante  sconfinato, ma non privo di approdi per imbarco verso nuove avventure. Vincenzo Baratella.
La mostra , a ingresso libero, sarà visitabile:
dal 09 al 28 febbraio 2019 tutti i giorni feriali
dal lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30




momento inaugurazione
momento inaugurazione
momento inaugurazione
momento inaugurazione
da sinistra: Graziano Tessarolo, Vincenzo Baratella


Anna Sandra Belloni allo Studio Arte Mosè


Anna Sandra Belloni
La pennellata, il tocco di spatola, il segno della matita sono chiari caratteri distintivi del genoma peculiare della personalità di un’artista; non potevo iniziare diversamente trattandosi di una biologa con l’innata passione per la pittura. Abituata alla precisione e alla minuziosa attenzione dei particolari durante l’attività professionale, in questo ultimo periodo, tagliato il cordone ombelicale con i laboratori, si è dedicata maggiormente alla tavolozza. Anna Sandra Belloni, schiva ad esibirsi, continua a manifestare la sua ansia di ricerca e di slanci evolutivi nell’applicazione tecnica e nelle sensazioni espresse. Nel gioco emotivo assorbe l’oggetto dei maestri del passato per interagire attraverso delle reinterpretazioni -mai delle copie- alle volte cariche di indiscusse valenze critiche e non senza tocchi di sagace satira. Rammento “Riciclo con arte” in cui Anna Sandra mette come copricapo alla cinematografica interprete vermeeriana la sportina di plastica del supermercato… In altre immagini evidenzia lo scambio delle tonalità grigie sul fondo ruvido della tela, della tavola, reminiscenza di Xavier Bueno, per esaltare la scorza sulla sofferenza. A proposito della matrice su cui dipinge Belloni sono da rilevare l’amalgama della base e la materia usata. Impasta un fondo simile all’intonaco utilizzando sabbia, colle e calce sul quale vibra tocchi di spatola con risultati sorprendenti: immagini che rimandano ad altri tempi, che ritraggono situazioni attuali con un languore desueto. Gli scorci di paesaggio fanno emergere la reinterpretazione quasi museale del soggetto con la funzione propedeutica all’attenzione su temi cari al cuore. Il fermo immagine sulla donna è il chiarimento di Anna Sandra del femminino, dipinto con l’occhio imparziale della donna sulla donna, oltre a proporre allo spettatore il tempo della riflessione contro il veloce, individualistico, incedere del vivere attuale. Vincenzo Baratella©




Anna Sandra Belloni, Femminilità.


Anna Sandra Belloni
Momento inaugurazione con Anna Sandra Belloni e Emanuela Prudenziato
Momento inaugurazione
Momento inaugurazione
Anna Sandra Belloni e Vincenzo Baratella

venerdì 7 dicembre 2018

Collettiva di pittura Natale 2018

Collettiva di Natale 2018 allo Studio Arte Mosè.
 Allo Studio Arte Mosè si rinnova puntualmente prima delle festività la Collettiva di Natale. Momento di incontro con gli Artisti che hanno esposto durante l’anno e nel passato. La collettiva è altresì anticipazione e presentazione di alcuni pittori. La mostra sarà inaugurata in Via Fiume, 18, a Rovigo, sabato 15 c.m. alle ore 18.  La locandina, firmata dall’eclettico Artista vicentino Vico Calabrò, in sintonia con il clima interiormente gioioso delle feste, raffigura la Natività e l’adorazione dei pastori. Sedici grandi maestri per una straordinaria rassegna fino alla metà di gennaio prossimo. Belloni Anna Sandra, biologa, rodigina di nascita trasferitasi a Padova, ha avuto da sempre la spiccata predisposizione per la pittura ed in questi anni ne ha maturato l’interesse e l’applicazione; l’opera, materica negli impasti di sabbia e colle, raffigura una poetica porzione di casa contadina, d’altri tempi, col camino, porta sgangherata, gli utensili arrugginiti e i muri scrostati, ma in primo piano, rigoglioso, il verde  della natura si rigenera.  Biancalani Antonio, toscano, vincitore qualche anno fa del primo premio arte Mondatori, presenta una natura morta esaltata dai raggi radenti del sole e un tenero iris in primo piano, realizzato con pochi ma accorti tocchi di pennello. Calabrò Vico, agordino residente a Vicenza, eccezionale grafico nelle acqueforti e litografie, unico nell’affresco, con l’opera in collettiva riafferma la passione per la musica e per le tradizioni della terra veneta che ritrae attraverso spassose leggende e fantasiose composizioni. Costa Piero, milanese, nel 1954 emigra in molti Paesi dell’America Latina per rientrare nel 1970 nella città natale, dove attualmente vive e lavora. A Caracas perfeziona e predilige l’arte surrealista e nelle personali a Curacao, Città del Messico, Lima riscuote notevole successo. La fase espositiva si estenderà negli USA e in Italia dagli anni Ottanta ad oggi. I grandi maestri lo hanno incantato a tal punto da indurlo ad impossessarsi delle  loro creazioni. Lo scopo non è solamente copiare, né di confrontarsi nelle abilità, ma di rendere personale la fruizione attraverso l’inclusione di particolari critici, umoristici, satirici, come le scarpe da tennis sull’opera di un maestro del realismo spagnolo. Camatta Maurizio, artista trevigiano, con un paesaggio essenziale: la casa, la luna esalta tutto il fascino della notte.Dinelli Antonio, livornese, sfoggia una natura morta, eseguita con la maestria dei macchiaioli, pur ricordando nell’assemblaggio degli ortaggi il cesto caravaggesco. Forno Osvaldo è presente nella collettiva con la serigrafia di grande impatto cromatico, tridimensionale nell’effetto visivo. L’artista rodigino con l’opera esalta il dinamismo dalle cromie e dà continuità alle arti ricerca e concettuali delle generazioni post sessantottine con lo spazialismo, l’optical art, l’arte cinetica e costruttivista. Manzella Marco mostra un fermo immagine sulla tuffatrice, tema caro all’artista milanese; Manzella è un cacciatore di sensazioni quotidiane; capace di assemblare le reminiscenze accademiche della luce di Reni con la sintesi del soggetto raffigurato. Marcon Luigi, caro al pubblico rodigino sin dagli anni Ottanta, ha realizzato quattro scorci di Rovigo. Famoso in Europa per aver raffigurato il paesaggio urbano di Landshut, nell’ottocentesimo anno dalla fondazione, ha ricevuto la cittadinanza onoraria; ha avuto l’onore di realizzare un francobollo per la posta tedesca. E’ nella rassegna natalizia con una straordinaria acquaforte-acquatinta: un paesaggio dal quale fa emergere l’animo delle cose nella combinazione del chiaro-scuro. L’Artista di Vittorio Veneto estrae dal groviglio dei particolari gli elementi essenziali per approdare nell’incisione ad un lirismo incomparabile. Monnini Claudio con quadri di grande efficacia visiva è artista a trecentosessanta gradi nonché architetto e scenografo. Monnini usa i primi piani per fissare le donne, di spalle, protese nell’avanzare su spiagge primigenie; rene lambite da acque viscose, colpite da barbagli di luce, colonne di fumo da vulcani di evi scomparsi. La scena si presenta come una sorta di cartolina delle origini del mondo con una “Eva” destinata a calcare la scena dell’umanità. Nalio Eugenia, rodigina, con innata passione per l’arte ha sperimentato la ceramica, l’acquarello, il gessetto, l’olio e l’acrilico. Ha il desiderio di bloccare la luce dei diversi ambienti, soprattutto quell’armonia dei colori che si presenta nelle diverse ore del giorno. Eugenia confessa di ottimizzare il paesaggio nel meriggio quando maggiore è l’esplosione di luce. In mostra il lago di confine è un lavoro en plain air alla stregua dei pittori impressionisti. Impero Nigiani, nato a Incisa Valdarno, vanta un’intensa attività artistica ricca di personali e collettive. Nel 1996 Giorgio Di Genova lo inserisce “Nella storia dell’Arte italiana del 900”. Nel terzo millennio illustra versi di Ovidio e di Dante. Quella di Nigiani è un’arte erudita, fuori dai canoni e dalle strutture delle correnti. Nella rassegna presenta una giovane lettrice, inserita in un desueto giardino, piantumato di secolari alberi nell’atmosfera decadente di un secolo fa. Paggiaro Vilfrido, architetto trevigiano, naviga al di fuori di ogni corrente e con una singolare tecnica fatta di tenui soffusi toni di velature modella morbide creature con l’armonia delle tavole illustrate. L’isola deserta sulla quale troneggia l’albero della vita è l’opera in collettiva. Tessarolo Graziano,artista bassanese, lascia librare in volo, distorcere, le creature in una fabulazione tra gioco, fantasia e realtà, ma precisa di fare una pittura “riconducibile ad un figurativismo realistico, anche quando la fantasia va oltre l’oggettiva realtà delle cose”. Mariano Vicentini, fuori dal contesto di qualsivoglia corrente, pur emergendo nella comunicazione continuatore della popular art, aggiunge al tema di fondo un motivo conduttore: le ansie, le paure, le previsioni, le imposizioni. Con un singolare San Giorgio dichiara ancora una volta l’anticonformismo pur esibendo l’erudita citazione. Zambonin Paolo, scrittore, giornalista e “pittore” come ama autodefinirsi, da sempre presente nelle più prestigiose rassegne manifesta una singolare sensibilità nell’opera in mostra: sulla piazza rodigina del municipio campeggia una natura morta. Le pennellate di getto, il cromatismo personalissimo uniti nella proiezione scenica della composizione, fanno dell’opera una poetica citazione di quella che Cibotto definì:Rovigo città di campagna. La mostra resterà aperta fino al 15 gennaio 2019, a entrata libera, tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle 16,30 alle 19,30.  Vincenzo Baratella

Inaugurazione collettiva (sotto)



Baratella e Paggiaro
Tessarolo, Belloni, Baratella