sabato 2 febbraio 2019

Luigi Marcon allo Studio Arte Mosè

Vele di Luigi Marcon
“Quando l’alta marea e la notte li annullava (gli scogli), vele sottovento sbandavano più al largo per sfuggire l’insidia”. Vele per una mostra diversa, tematica, introspettiva, per raffigurare il viaggio interiore dell’andata e del ritorno con il preciso scopo di approdare nel porto sicuro. Una riflessione sulle vele come il mezzo per affrontare il cammino dell’esistenza: il mare su cui, a volte, spuntano isolotti insidiosi nelle tenebre e scivolosi per le alghe anche alla luce del sole. Le incognite della navigazione interiore: serene se superate su di un mare calmo smeraldino; fraudolenti nelle asperità, negli imprevisti sinistri. Le vele si gonfiano al vento nello spostamento. Nella proiezione della metafora c’è il desiderio della narrazione del sé; “il coraggio dell’Arte” attiva il desiderio della comunicazione. Luigi Marcon, a seguire la totale dedizione per l’incisione, ritorna al dipinto, alle origini del suo percorso artistico. Conobbi l’amico e Artista negli anni Ottanta nella galleria rodigina Incontro. Nel terzo millennio è iniziato un sodalizio forte con numerose rassegne presso lo Studio Arte Mosè. L’Artista  trevigiano è noto soprattutto come superlativo grafico. Qualità ineguagliabili rilevano le stampe nell’acquaforte, nell’acquatinta, nella puntasecca, nella ceramolle, in cui s’alternano velature, effetti carboncino, segni decisi quasi a matita grassa, infinitesimali tratti che solo la perizia di chi ha sperimentato e praticato l’incisione per un’intera vita sa palesare. Ha all’attivo una produzione di oltre cinquemila lastre… Ha raffigurato le montagne, i corsi d’acqua, i laghi, i mari, le colline, i paesi, le città, macchie boschive, prati, declivi, castelli e borghi d’Italia e d’Europa. Le poste tedesche possono con orgoglio esibire un francobollo commemorativo l’ottocentesimo anno dalla fondazione della città di Landshut, assieme ad una sala museale dedicata al Nostro. La saletta della grafica, spazio in cui Marcon ha consacrato tempo ed energie per esporre ed insegnare l’arte della calcografia è oggigiorno un punto di riferimento, la meta per appassionati ed estimatori. Una triste virata del timone ha costretto Luigi a recuperare l’iniziale passione di gioventù: la pittura ad olio; quella che ammirai quarant’anni fa, ora perfezionata con sorprendenti risultati, dovuti alle esperienze maturate. Una ventina di opere, sotto il comune denominatore di “vele”, sfoggia porzioni di paesaggio su cui  campeggiano i corredi dei pescatori, fondamenta pei naviganti; pur nell’esecuzione in studio, gli oli sono il frutto di un incommensurabile insieme di schizzi, di appunti, di taccuini, di realizzate incisioni. In ogni quadro il riscontro fedele al vero, al paesaggio reale che Marcon ha colto durante differenti viaggi e ispirazioni. “Vele” dal tocco deciso, di getto, per marcare le sensazioni, il movimento, le geometrie ed i volumi di terre, lidi, acque, porti, ponti e chiese. E’ pennellata spedita per ostentare l’immediatezza dell’attimo vissuto con sentimento. I contrasti cromatici sono forti all’unisono con la mutevolezza degli stati d’animo. C’è comunque in ogni opera la poesia ghermita, baudelairiana nello spleen della rabbia intima, autoritratta attraverso l’interiorizzazione di un pathos poetico tipico dei soli grandi Artisti. Il trasporto emotivo con pennellate veloci, dai chiaroscuri marcati, da timbri mai omogenei, riconduce al volo romantico, tra impeto e tempesta, che solo anime nobili come Luigi possono trasmettere.       Vincenzo Baratella©
Comacchio, olio, 50 x 70
Una curiosità: alla vigilia della mostra Marcon ha ritoccato e aggiunto all'opera Comacchiotre amici artisti -da sinistra- Cesare Baldassin, Nives Cais e Gina Roma, con i quali condivise una bella parentesi artistica comacchiese.

Vele in canale, olio, 58 x 43
Città di Landshut, incisione di Luigi Marcon per francobollo tedesco commemorativo (sotto)
Luigi Marcon
Marcon, Porta San Bartolomeo, 2006, incisione eseguita espressamente per lo Studio Arte Mosè

momento inaugurazione, da sinistra: Surian, Andreotti, Baratella
momento inaugurazione, da sinistra: Vincenzo Baratella e Lucio Scardino
momento inaugurazione
momento inaugurazione
momento inaugurazione