mercoledì 22 novembre 2017

Osvaldo Forno allo Studio Arte Mosè



comun. Stampa

Sabato 2 dicembre 2017 alle ore 18, nella galleria “Studio Arte Mosè”
di Rovigo, in via Fiume, 18 inaugurazione della personale tematica “Palcoscenico della vita  con meditazioni metafisiche
opere di
OSVALDO FORNO
La mostra nello Studio Arte Mosè di Rovigo sarà aperta dal 2 al 20 dicembre 2017
tutti i giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore  16,30 alle ore 19,30.
Curatore  Dott. Vincenzo Baratella
La mostra raccoglie una quindicina di opere, in prevalenza olio su tela e disegni, di Osvaldo Forno
nato a Rovigo nel 1939 e vive a Polesella(RO). Inizia a dipingere nel 1959 come autodidatta. Nel 1964 consegue il diploma presso l'I­stituto d'Arte di Castelmassa (RO). Dal 1971 insegna presso l'Istituto Dosso Dossi di Ferrara. Artista con multiformi interessi si è sempre collocato al centro delle più attuali problematiche. Dal 1961 ha partecipato alle più importanti rassegne d'Arte italiane, ottenendo notevoli e ripetuti riconosci­menti. Da ricordare sono i premi ottenuti a Copparo (FE) nel 1968; a San Benedetto Po (MN) nel 1977-78; a Ferrara con il "Lascito Nicolini" nel 1979. Ha illustrato  «II Decamerone» di Boccaccio e il “Museo Boccaccio” di Certaldo conserva sue illustrazioni. Opere sono presenti nelle collezioni delle C.C. di Risparmio di Padova - Rovigo e all’Università per gli Studi di Ferrara. Come operatore culturale ha diretto a Rovigo con Gabbris Ferrari la Galleria d'Arte "Programma ART" dal 1969 al 1970. Nel 1979 è incaricato per le attività artistiche alla Roc­ca Possente di Stellata, Bondeno (FE). Partecipa ad Arte Fiera (Bologna) negli anni 1987-88-89. Nel 1991 il Circolo Culturale "Gino Piva" gli conferisce il Trofeo "Fetonte" per la scultura. Dal 1994 un suo bronzetto è Trofeo del premio "Città di Rovigo". Dal 2000 al 2001 ha diretto la Galleria "La Porta Verde ". Sue opere fanno parte della collezione "Generazioni Anni Trenta " al Museo Bargellini di Pieve di Cento. Lo "Joung Museum" di Revere (MN) nel 2002 ha acquisito suoi lavori. Nel 2003 ha esposto ne "La Pescheria Vecchia " di Este (Pd) e alla 50a Biennale di VE.
 “Et quid amabo nisi quod rerum metaphysica est?” Con questo interrogativo, dal tono retorico, Giorgio De Chirico iniziava l’indagine sulle cose e sull’uomo, oltre il sensibile, oltre la logica. Il concetto di enigma, indubbiamente innescato nella speculazione filosofica schopenhaueriana e nietzscheiana, è stato tanto ambìto nel secolo scorso da trovare seguaci in numerosi artisti. La  metafisica, perdendo l’originario intento ontologico dopo la “morte di Dio”, ha trovato fertile humus  nel labirinto delle idee introspettive e feconda continuità.  Osvaldo Forno è in questa rassegna un prosecutore sui generis. Alla quindicina di opere esposte allo Studio Arte Mosè, nella rassegna di dicembre, ho voluto dare il comune denominatore nelle tematiche con il titolo: Palcoscenico della vita con meditazioni metafisiche. Attraverso il linguaggio e la tecnica, pur evidenziando i distinguo da altri artisti, della metafisica, Osvaldo indaga l’uomo ed il contesto sociale. Questi sono attori e spettatori, nei reciproci scambi delle parti. La maggioranza calca il palcoscenico su cui si recita il ruolo della vita;  il sipario, quasi sempre a tinte sgargianti, a righe come le tovaglie per un desco di compartecipazione, si apre sull’enigma dell’essere e La finestra dell’io respira orizzonti da scoprire.  Vincenzo Baratella
il gazzettino 1.12.2017
la voce 5.12.2017

































il gazzettino 6.12.2017