ANGELO PRUDENZIATO
Dovere del ricordo
Ebbi modo di conoscere
Angelo, artista e parente, da bimba quando fu ospite nella mia casa; in
quell’occasione rimasi stupita dalla
figura estroversa nei modi, spontanea e
diretta nel dialogo e così personale nella
sua visione artistica. Nel dopo cena
conversando in giardino, controllavo il suo modo di osservare il colore
dei fiori e la distribuzione delle piante che lasciavano leggergli un
linguaggio così astruso e personale, di difficile decodifica, che trovai negli anni avanti
nelle sue cortecce stampate. Si soffermò
a guardare una pianta particolarmente rigogliosa
di geranio rosa, orgoglio di mia madre, e decise di approntare uno schizzo per realizzare
successivamente al cavalletto un’opera pittorica. Adolescente lo ritrovai insegnante
di educazione artistica alla
scuola media. Non mancava di apprezzare
i miei disegni, senza risparmiarmi
critiche costruttive. E’ stato un
anno prezioso perché è riuscito a comunicare
la sua passione per l’arte, la creatività, il pensiero originale, la poetica dell’ arte. Ho avuto l’opportunità di vedere una delle
opere più famose appesa nella sua casa in Via Carducci: un’acquaforte a più
colori rappresentante un tramonto nel quale campeggia una ringhiera
in controluce ad un immenso sole rosso, che mi evoca una delle grandi opere di
Saetti. Una copia è attualmente esposta
al MOMA di NEW YORK. In famiglia, quando
il discorso, a volte, trattava la pittura veniva spontaneo ricordare le tante premiazioni: ad Amsterdam, a Londra, a Roma e
alla Biennale di Venezia. L’opera, che raffigura il bacino lagunare, per quella
rassegna, fu realizzata quando
Angelo insegnava in Sicilia.
Riportava tale aneddoto con incontenibile gioia fanciullesca per
sottolineare come una terra calda ed arida avesse proiettato sensazioni di
malinconico umidore tipico veneziano. I miei ricordi, ora che ho l’opportunità di presentare
l’opera, vanno all’incisione raffigurante un’anitra; Prudenziato è riuscito a
dare l’idea dell’incedere solenne “dell’anatra badessa” come recita la
filastrocca. Ho mantenuto il reverenziale rapporto con il secondo cugino per
sempre, considerandolo mito e figura dal
carisma artistico irraggiungibile. Ho il privilegio di curare la retrospettiva
alla quale ho dato il nome “Dovere del ricordo”. In effetti, anche
con intento provocatorio voglio ricordare un grande della nostra città entrato
nel casellario della dimenticanza piuttosto che
tra i protagonisti culturali; purtroppo per Angelo a distanza di oltre
un secolo dalla nascita con dispiacere si evince la veridicità del nemo profeta in patria. Eppure pagine di
cultura si potrebbero estrapolare dalla
sue frequentazioni con i grandi artisti
del Novecento. A tal proposito è
doveroso ricordare la sua amicizia con il maestro Virgilio Guidi. Durante
l’esperienza di Angelo gallerista, la città di Rovigo poté gustare una
personale di Guidi presso l’Eridania
galleria, sul Corso del Popolo, negli anni Settanta. Significativa l’amicizia con il
maestro Giorgio Morandi. Nelle
stampe incise, le nature morte fanno
emergere l’influenza tecnica dell’amico
Morandi, stimato da Angelo per la sua originalità e consapevolezza di essere unico (l’artista
bolognese si vantava infatti, come confidò il Nostro, di non aver mai
frequentato atelier parigini).
Ricordando il contesto storico della sua formazione e produzione artistica emerge la predilezione per il Futurismo che
favorì una variegata e numerosa
produzione; personale creatività si
riscontra nelle sculture, nelle cortecce
e nelle realizzazioni plurimateriche. Angelo fu sempre
aperto al cambiamento, alla ricerca
di espressioni artistiche
originali e stimolanti. Tutto ciò in sintonia con la sua
filosofia della vita e dell’arte. ©Emanuela Prudenziato
Angelo Prudenziato
La Dott.ssa Emanuela Prudenziato, curatrice della retrospettiva
La Dott.ssa Emanuela Prudenziato, curatrice della retrospettiva
Momento dell'inaugurazione; sabato 6 febbraio 2016.
L'artista Angelo Prudenziato
articolo della giornalista dott.ssa Maria Chiara Pavani
Notevole
afflusso di pubblico, sabato scorso, alla galleria, Studio Arte Mosè di Rovigo,
per il vernissage della retrospettiva dedicata ad un grande artista della
nostra città, Angelo Prudenziato, pittore ed incisore insigne.
L’evento
è stato fortemente voluto da Emanuela Prudenziato, titolare dello spazio
espositivo e cugina di Angelo, per rendere giustizia ad un emblematico
esponente dell’arte del Novecento, indebitamente caduto nel dimenticatoio, dopo
l’omaggio tributatogli, nel 1981, dal Comune rodigino, a Palazzo Roncale, con
la retrospettiva nota per il “manifesto della bicicletta”, un’incisione a
colori, dove Prudenziato era arrivato ad usare il plexiglas per curare l’effetto della curvatura della ruota.
E, dopo la personale di oli e incisioni, nello stesso Studio Arte Mosè, nel 2006, rappresentativa della
complessa sperimentazione, nella prima metà del ‘900, il vuoto. “L’ho
conosciuto da bambina- ha esordito Emanuela Prudenziato, curatrice della
mostra- perché frequentava la mia casa e mi aveva colpito la sua figura così
spontanea e diretta nel dialogo, come personale nella sua visione artistica.
Sincero e, mai di parte, guardava i miei primi disegni e non mi risparmiava
critiche costruttive. In seguito, è stato mio insegnante nelle scuole medie- ha
concluso la relatrice- comunicandomi la sua passione, la creatività, il
pensiero originale e la poetica dell’arte”. Commovente il ricordo dell’artista
da parte del pittore Osvaldo Forno, che lo conobbe negli anni ’60, e con lui
ebbe sempre un rapporto di sincera amicizia. “Angelo-ha confidato Forno-mi ha
aiutato ad inserirmi nel mondo dell’arte, spingendomi a vincere la mia
timidezza e conoscere, a Venezia, il critico Giuseppe Marchiori, uno dei membri
della Biennale e quell’incontro fu per me molto
importante. Era amico dei giovani artisti, nell’arte era un altruista,
conosceva il valore delle persone, mi segnalava i bandi di concorso in Italia,
a cui partecipavo insieme a lui e al grande Gabbris Ferrari. Non si è mai posto
come maestro, ma come fratello maggiore”.
Angelo
Prudenziato (1907-1980), diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Bologna,
uomo dai lineamenti marcati e dalla forte personalità, amava in sommo grado
l’arte che, per lui, era una ragione di vita ed un mezzo sublime per esprimere
ciò che provava. Grande osservatore, operava “en plain air” e nella quotidianità
e, prima di dipingere, osservava per ore i cambiamenti naturali della luce o
ancora, di sera, gli effetti dell’intenso sfavillio delle luci sulla città.
Indefesso sperimentatore, ha attraversato tutti i movimenti artistici del ‘900,
aderendo al Futurismo e alla sua connotazione di dinamismo e modernità.
Pluripremiato ad Amsterdam, Londra, Roma e alla Biennale di Venezia, nel 1940,
con l’olio “Mattinata uggiosa a Venezia”, in cui ha proiettato liriche
sensazioni di malinconico “umidore” veneziano, è presente anche al museo d’arte
contemporanea “Moma” di New York con “Luci sul mare”, acquaforte a più colori,
“in cui campeggia-scrive la Prudenziato- una ringhiera in controluce ad un
immenso sole rosso, che evoca una grande opera di Bruno Saetti”. Fu amico, di
Virgilio Guidi, che, negli anni ’70, espose a Rovigo, nella galleria Eridania,
sul Corso del Popolo, di Gastone Breddo e Giorgio Morandi, che influenzò il
nostro nelle tecniche grafiche, specie nei reticoli delle nature morte.
Variegata e numerosa la produzione di oli e acqueforti, legata al Futurismo, a
cui aveva aderito in sintonia con la sua filosofia di vita e dell’arte. Assai
originale era poi il suo astrattismo, relativo
alle famose “cortecce stampate”, come un forte slancio creativo si evidenzia nelle
sculture e nelle opere polimateriche. La presente rassegna, che abbraccia un
arco di tempo, dagli anni ’40 agli anni ’70, è costituita da una ventina di
opere, acqueforti e disegni, gentilmente prestati da collezionisti e gallerie.
Tra le incisioni, segnaliamo “L’anatra badessa”, che bene rende il movimento
solenne del palmipede, come recita la filastrocca. Interessanti sono ancora due
marine, “Venezia e il Canal Grande” e “Veduta di Marghera”, con le sinistre
ciminiere fumanti sullo sfondo. Non potevano mancare, inoltre, un aspetto
urbanistico rilevante di Rovigo, “il Corso del Popolo”, dominato dall’antica
torre Donà, le originali “Cortecce stampate”, ricercate alacremente e
scartocciate dai platani, per poi essere incise con il vecchio torchio a Stella
e il ritratto, a retinatura, del maestro, Virgilio Guidi. Tra i disegni ,
rilevante è quello della madre, Pulcheria, eseguito a carboncino acquerellato,
e la caricatura del volto dello stesso autore, opera, a carboncino, del pittore
Ermes Simili. L’esposizione, sarà visitabile fino a giovedì 25 febbraio, dal
lunedì al venerdì, dalle 16.30 alle 19.30.
©Maria
Chiara Pavani
A. Prudenziato, Spiaggia di Sottomarina, olio, 1960. In primo piano volle raffigurare la figlia Chiara.
A. Prudenziato, Nudo, acquaforte, 1940
A. Prudenziato, I pagliacci, acquaforte, 1940
Autoritratto come Van Gogh