venerdì 17 dicembre 2021

COLLETTIVA DI NATALE 2021 allo Studio Arte Mosè

 

Comunicato stampa

Collettiva di Natale

Studio Arte Mosè, Via Fiume, 18 a Rovigo

Dal 18 dicembre 2021 al 10 febbraio 2022

Curatore Vincenzo Baratella

Il 18 dicembre inizia la mostra. Non c’è il classico conviviale incontro, ma un inizio silenzioso. Manca ancora il calore del pubblico che allietava l’avvio alle rassegne di via Fiume. Tuttavia con il 18 dicembre si dà speranza alla continuità di un nuovo corso di rassegne contro le chiusure e le ristrettezze. La collettiva di Natale è un appuntamento consolidato da un paio di decenni; per le prossime festività una carrellata di firme e di opere straordinarie per chiudere un anno di precarietà espositiva e di incertezze. La collettiva quindi come occasione di saluto e auguri ad amici, estimatori e frequentatori dello spazio espositivo di via Fiume. Con una trentina di opere, variegate nei temi e nelle tecniche è primariamente un condiviso auspicio alla normale vita sociale, alla cultura, alla libertà d’interagire senza restrizioni pandemiche. In mostra firmano le opere: Baratella Mosè, Berto Giampaolo, Breseghello Gisella, Calabrò Vico, Marcon Luigi, Mastropietro Antonio, Nigiani Impero, Prudenziato Angelo, Rampinelli Roberto, Tregambe Girolamo Battista, Zancanaro Tono. La mostra con ingresso libero e vincolato a vigente normativa è aperta nei giorni feriali dal lunedì al venerdì.


Vincenzo Baratella, curatore della rassegna
Girolamo Battista Tregambe, Nevicata, acquaforte
Mosè Baratella, Natura morta, olio su tavola
Impero Nigiani, Pretini, olio su tela
Antonio Mastropietro, Interno, acquarello





mercoledì 29 settembre 2021

Collettiva del piccolo quadro

 COLLETTIVA DEL PICCOLO QUADRO

Allo Studio Arte Mosè dal 1 settembre al 27 settembre 2021

Una rassegna molto prestigiosa di cinquanta opere, tutte di piccolo formato.

Le misure delle tele e delle grafiche vanno da 10 x 15 cm a 30 x 30 cm.

Sono da menzionare incisioni di Gino Pinnelli, Agenore Magri, Mosè Baratella, Angelo Prudenziato, Luigi Marcon, Tono Zancanaro, Giampaolo Berto, ...

Mosè Baratella, ritratto della moglie
Acquaforte di Luigi Marcon, Villa Badoer di Fratta Polesine


SIGNIFICATIVE FIRME allo Studio Arte Mosè

 

SIGNIFICATIVE FIRME

RASSEGNA DAL 30 SETTEMBRE AL 05 NOVEMBRE 2021

ALLO STUDIO ARTE MOSE’,  Via Fiume, 18. 45100 ROVIGO

Lo Studio Arte Mosè dà il via il 30 settembre 2021 a una mostra per riproporre significative firme del panorama artistico polesano e veneto. La rassegna è costituita da una ventina di opere atte a rappresentare le diverse esperienze  pittoriche testimoniate  dai lavori di artisti che hanno elaborato, non solo le differenti tecniche, ma anche il pensiero  delle passate epoche storico-culturali. Una miscellanea di argomenti come si addice a una collettiva; il curatore Vincenzo Baratella, nella ricorrenza del settantesimo anniversario dell’alluvione del Po, ha privilegiato dare spazio alla testimonianza. Tra gli artisti della nostra Mesopotamia, costretta tra l’Adige e il Po, sono da menzionare Baratella Mosè (1919-2004) con un’opera del 1951, olio su faesite: “la rotta”. Sotto il chiarore lunare troneggia sulla furia delle acque la chiesa di Bosaro. Il fermo immagine sulla catastrofe naturale. Precisamente nel punto di confluenza fra tre corsi d’acqua una chiusa denominata dai locali “la botta” fu la responsabile in parte dell’allagamento dei comuni di Arquà Polesine, Bosaro e Frasinelle e il tragico epilogo del “camion della morte”. Angelo Prudenziato (1907-1980) raffigura l’alluvione di Rovigo. L’inquadratura è sulla Rotonda vista dal quartiere commenda. Acque basse, come una laguna attorno al nucleo cittadino più elevato e quindi non toccato dall’acqua. Due opere di Leo Chieregato, venditore ambulante dallo straordinario disegno, purtroppo dimenticato così come avviene per i profeti in patria, in mostra accanto alle grafiche di Gisella e Loredana Breseghello, madre e figlia. “Fiori” ben inquadrati da Gisella sono stati esposti negli anni Ottanta all’Accademia dei Concordi e figurano nel catalogo scritto da Augusto Alessandri, professore di lettere a Rovigo poi preside del liceo Tito Livio di Padova. Loredana ostenta un’incisione con la tecnica “retinata” alla Morandi, quest’ultimo tanto apprezzato dalla nostra artista, e una grafica a tema sociale, sul modello Guttuso, come si addiceva per il realismo nella seconda metà del secolo scorso. Un olio di malinconica introspezione, come fu l’indole dell’artista, e due grafiche assai luminose di Antonio Mastropietro, pittore, scultore, gallerista prematuramente scomparso. Indiscusso maestro dell’acquaforte Luigi Marcon è nella collettiva con due opere: Villa Emo e Riva degli Schiavoni; la perizia tecnica conferisce qualità e indiscusso trasporto emotivo. Ancora incisioni di Giampaolo Berto e di Osvaldo Forno che evocano il tempo delle sperimentazioni di Verifica 8+1, di Sara Campesan, di Bruno Munari, di Ferruccio Gard. Arista unico nel panorama della ricerca e del neo-espressionismo è Toni Zarpellon, nella storia dell’arte per la colossale impresa di dare vita e colore alle cave di Rubbio, presente in mostra con un pastello di grandi dimensioni per una ricerca della spazialità della natura. Acquarelli del professore adriese Aldo Forzato, palesano il gusto di un verismo poetico nel ritrarre fiori e natura morta. Renato Borsato, con Venezia e le signore in controluce, fa emergere le qualità dell’indiscusso artista scomparso nel 2013. Significative firme, è visitabile a ingresso libero, in Via Fiume 18, nei giorni feriali e secondo le indicazioni della normativa vigente. Emanuela Prudenziato


La gallerista Emanuela Prudenziato presenta le opere

acquaforte di Luigi Marcon, Riva deli Schiavoni

Acquarello di Antonio Mastropietro




domenica 18 aprile 2021

Liberazione

 

Comunicato stampa

Collettiva

Liberazione

Studio Arte Mosè, Via Fiume, 18 a Rovigo

Dal 20 aprile al 14 maggio 2021

Curatore Vincenzo Baratella

Il 20 aprile inizia la mostra. Non c’è il classico conviviale incontro, ma un inizio silenzioso. Manca ancora il calore del pubblico che allietava l’avvio alle rassegne di via Fiume. Tuttavia con il 20 aprile si dà speranza a una liberazione contro le chiusure e le costrette imposizioni. Liberazione dunque quasi comparando a ciò che avvenne settantasei anni orsono. Il 25 aprile della liberazione da una triste pagina di guerra, morte e miseria; come allora un auspicabile 25 aprile all’insegna della riapertura, della ripresa, della rinascita, della libertà. L’augurio della mostra di via Fiume è proprio questo; una collettiva con opere prodotte, associate e comparate alle vicende accumunate sotto il denominatore COVID. Allo Studio Arte Mosè si è voluto per scelta omettere opere che esprimono il chiaro distacco con la realtà contingente; non ci sono infatti né girasoli, né paesaggi del Delta, ma immagini forti che esprimono la rabbia interiore , la mortificazione, la coercizione. Una ventina di opere con maestri che hanno segnato e marcano le pagine dell’attuale storia dell’arte. Per citarne alcuni: Paolo Rigoni con un’enorme tela esprime l’urlo contro i terrorismi mediatici, un individuo solo contro una parete di pagine di giornali europei;  Mariano Vicentini denuncia effetti depressivi su di una gioventù privata del proprio essere e calata involontariamente in quegli abusi, alcool in primis, che i prolungati lockdown hanno prodotto. La sessualità negata è un altro tema forte nell’opera di Toni Zarpellon; in effetti l’artista bassanese marca momenti di anomalie esistenziali contrapposte a quella che solo un anno fa era normalità di routine. Nell’allestimento sono presenti opere che come in una sequenza filmica mostrano fotogrammi di una condizione di vita che per quattordici mesi non è stata ottimale per nessuno. Presenti inoltre opere di Baratella, Prudenziato, Camatta, Grossi. Liberazione non è un titolo emblematico ma un auspicio secondo il significato del termine per un’esposizione da visitare e da commentare, in Via Fiume,18 dal 20 aprile al 14 maggio 2021 tutti i giorni feriali secondo le indicazioni della normativa vigente.


alcune opere in mostra e immagini galleria 



info: studioartemose@live.it





lunedì 5 aprile 2021

PASSIONE DI CRISTO E INTERPRETAZIONI DANTESCHE di Edi Brancolini

 PASSIONE DI CRISTO E INTERPRETAZIONI DANTESCHE di Edi Brancolini

Edi Brancolini, Il Paradiso in terra, Babele non è una città per bambini.

PASSIONE DI CRISTO E INTERPRETAZIONI DANTESCHE di Edi Brancolini

Celebrazioni pasquali ex-grege. Lo Studio Arte Mosè, nell’imperativo l’arte non si ferma nonostante il Covid, prosegue con proposte eccezionali. La pandemia dà alla galleria lo stimolo per un soliloquio eclettico per sviluppare valutazioni che in momenti di standardizzata piatta linearità esistenziale non avrebbero la possibilità di proporsi. All’artista Brancolini l’isolamento pandemico “ha regalato” il tempo e la possibilità di portare a termine quadri di grandi dimensioni, che impostati a metà degli anni Novanta venivano rimandati per diversi motivi. Si tratta di una rivisitazione in chiave contemporanea della Divina Commedia; L’umana catarsi che accumuna: Ipogeo infernale, Il grande disgelo, Paradiso in terra. E di tre grandi tele: Deposizione nel sepolcro, Deposizione dalla croce, La moneta del giusto in sintonia con il periodo pasquale. Conobbi Edi Brancolini nella galleria rodigina L’incontro, gestita da uno scultore rubato precocemente alla vita, per il quale dedicai disponibilità e penna. L’approccio con l’opera e con il pittore di Carpi fu negli anni Ottanta, nello spazio di via X Luglio. Nelle opere della rassegna Edi aveva già una personalità spiccata e maniera propria di affrontare la pittura con l’uso di tonalità distinte, pulite su di un disegno dai canoni classici. La risultante era ed è la realizzazione di visioni del mondo sui generis e non comuni ai più. Brancolini ha mantenuto la bilancia tecnica del suo operare tra classicismo, simbolismo, sforando con proiezioni personalissime su scelte tematiche che, da una lettura attenta, e di non facile decodifica, riflettono contenuti selettivi di una cultura umanistica di notevole valenza; stile esclusivo nell’impostare il tema con la compattazione dell’innovazione, dell’indagine e della simbologia. Certi soggetti come la crocifissione, la deposizione dalla croce e la collocazione del Santo Corpo nel sepolcro sono ancor più sincronici al tempo pasquale. Sono tele di straordinarie dimensioni che esibiscono uno splendore cromatico unico data la peculiare abilità dell’artista nell’usare i colori alla caseina; tinte limpide, luminose, avvolgenti; ritengo appropriato il riferimento con l’accostamento ai preraffaelliti e ai Rossetti, migrati in Gran Bretagna, che conservarono in cuore l’incondizionato amore per le pagine di straordinaria levatura del sommo poeta. Edi ripropone la celebrazione dantesca con L’umana catarsi, una trilogia che è la continuità e lo sviluppo della Navigazione intima cara a Di Genova e a Segato. Edi Brancolini approccia la Divina Commedia con una interpretazione ed uno sviluppo tematico fuori dell’usuale. L’umana catarsi è indagine psicologica intrinseca delle terzine dantesche. E’ l’autoanalisi, la purificazione liberatoria che trova una stupefacente validità in quest’epoca scarsa di pensiero autonomo. Al nostro tempo dell’isolamento, della valutazione sul contingente consumo, della tutela di Stato, l’opera di Brancolini è godimento estetico, ossigeno per lo spirito e alimento cerebrale. ©Vincenzo Baratella

Edi Brancolini, Ipogeo infernale, olio su tela, 190 x 320

Edi Brancolini, Il grande disgelo, olio su tela, 190 x 320

Comunicato stampa

PASSIONE DI CRISTO E INTERPRETAZIONI DANTESCHE di Edi Brancolini

Studio Arte Mosè, Via Fiume, 18 a Rovigo

Curatore Vincenzo Baratella

 Celebrazioni pasquali ex-grege, senza inaugurazione e senza pubblico, come prescritto in questo periodo. Lo Studio Arte Mosè, nell’imperativo l’arte non si ferma nonostante il Covid, prosegue con proposte eccezionali. La pandemia dà alla galleria lo stimolo per un soliloquio eclettico per sviluppare valutazioni che in momenti di standardizzata piatta linearità esistenziale non avrebbero la possibilità di proporsi. All’artista Brancolini l’isolamento pandemico “ha regalato” (così scrive) il tempo e la possibilità di portare a termine quadri di grandi dimensioni, che impostati a metà degli anni Novanta venivano rimandati per diversi motivi. Si tratta di una rivisitazione in chiave contemporanea della Divina Commedia; L’umana catarsi che accumuna: Ipogeo infernale, Il grande disgelo, Paradiso in terra. E di tre grandi tele: Deposizione nel sepolcro, Deposizione dalla croce, La moneta del giusto in sintonia con il periodo pasquale. Baratella conobbe Edi Brancolini nella galleria rodigina L’incontro, gestita dallo scultore Mastropietro, morto precocemente. L’approccio con l’opera e con il pittore roveretano fu negli anni Ottanta appunto, nello spazio di via X Luglio. Nelle opere della rassegna Edi Brancolini aveva già una personalità spiccata e maniera propria di affrontare la pittura con l’uso di tonalità distinte, pulite su di un disegno dai canoni classici. La risultante era ed è la realizzazione di immagini di non facile immediata lettura. Brancolini ha mantenuto lo stile tra classicismo, simbolismo e scelte tematiche che riflettono contenuti selettivi di una cultura umanistica di notevole valenza; uno stile esclusivo. Certi soggetti come la crocifissione, la deposizione dalla croce e la collocazione del Santo Corpo nel sepolcro sono ancor più sincronici al tempo pasquale. Sono tele di straordinarie dimensioni che esibiscono uno splendore cromatico unico data la peculiare abilità dell’artista nell’usare i colori alla caseina; tinte limpide, luminose, avvolgenti. L’artista è stato definito dalla critica un continuatore dei preraffaelliti e dei Rossetti, migrati in Gran Bretagna, che tanto amarono le pagine di straordinaria levatura del sommo poeta. Edi Brancolini, già entrato nelle pagine di storia dell’arte di Di Genova, ripropone per lo Studio Arte Mosè la celebrazione dantesca L’umana catarsi, una trilogia che è la continuità e lo sviluppo della Navigazione intima. Questa è stata la raccolta dell’illustrazione delle tre cantiche della Divina Commedia. L’umana catarsi è l’approfondimento psicologico delle terzine dantesche. Le tre grandi tele, mediamente di due metri per tre, trovano una validità in quest’epoca di isolamento. Edi Brancolini ha un percorso artistico di oltre mezzo secolo. Nato a Rovereto nel 1946, ha seguito il corso di nudo di Luigi Tito all’Accademia di Venezia; negli anni Settanta inizia a esporre opere figurative ricche di simbologie e di riferimenti onirici. I critici Giorgio Segato e Vittorio Sgarbi esaltano le qualità tecniche e le scelte tematiche nei riferimenti al mito, alla letteratura classica e dantesca. A Zafferana Etnea riceve l’anno scorso il premio internazionale di pittura. Nel 2009 lo Studio Arte Mosè ebbe il piacere di ospitare Le Torri di Babele e Voli sincronizzati: una meravigliosa rassegna di opere del maestro. Oggi Vincenzo Baratella e la galleria di Via Fiume danno continuità al sodalizio con l’artista Edi Brancolini

Vincenzo Baratella, Edi Brancolini
Edi Brancolini, La moneta del giusto, olio su tela, 180 x 120
Edi Brancolini, Deposizione dalla croce, olio su tela, 160 x 190
Edi Brancolini, Deposizione nel sepolcro, olio su tela, 190 x 360

Il Resto del Carlino,06.04.2021




giovedì 11 marzo 2021

COME UN ANNO FA allo Studio Arte Mosè

COME UN ANNO FA

Dal 9 marzo al 6 aprile 2021 lo Studio Arte Mosè  presenta “Come un anno fa”. In questo periodo di palese ripetizione della fase nera della pandemia di marzo dello scorso 2020, permane il disorientamento, lo sconforto, l’assillo opprimente di situazioni psicologicamente demotivanti e\o depressive. L’arte è diventata, oggi più di ieri, una autoterapia per e sulle privazioni; perdite della piena libertà d’agire, mancanza degli interscambi sociali, limitazioni affettive. Come un anno fa, emerge il vichiano ripetersi degli eventi. Per non mettere in evidenza, quasi in graduatoria meritocratica, nell’immagine della locandina l’opera di un artista privilegiata su altri, la scelta è stata correlata al titolo. Come in una canzone anni Sessanta che allettava il ritorno alla stessa spiaggia stesso mare la soluzione è stata una foto di Emanuela Prudenziato: lo stampo sulla spiaggia dell’incedere metodico costante del moto ondoso; cordoni sabbiosi con piccole varianti, proprio come la situazione generata dal Covid. Lo Studio Arte Mosè propone una collettiva di validi artisti, alcuni già nelle pagine di storia dell’arte. Mosè Baratella, con olio degli anni Settanta, presenta un inquietante ritratto di vecchia in abito nero: icona di omertose vicende di mafia mai debellata. Renato Borsato con una grafica narra di una veduta lagunare sulla quale campeggia una malinconica veneziana. Vico Calabrò rimanda a momenti felici sul campiello con i musici attorniati da coro di angeli. Osvaldo Forno, consolidata presenza in galleria, con alfa ed omega celebra attraverso una grafica il valore dei fonemi per la comunicazione. Antonio Dinelli è  nella rassegna con Canestro di frutta, una rivisitazione caravaggesca con la tecnica dei macchiaioli. La poesia del paesaggio veneto con una acquaforte di Luigi Marcon e accanto una meditazione sensuale sui reperti egiziani di Lino Lanaro; accanto la rievocazione dell’edonismo con Duse e D’Annunzio di Anna Pennati. Claudio Monnini riporta al mondo primigenio della creazione con Eva sul bagnasciuga tra spruzzi di un mare incantato. In mostra una delle famose Cortecce di Angelo Prudenziato: la sperimentazione del nostro artista rodigino per mezzo della tecnica del marcare l’oggetto con il torchio tipografico. Mariano Vicentini virtuoso nell’inventare con il linguaggio pop messaggi di straordinaria attualità: in una San Marco colpita da una bufera di neve una avvenente ciclista nuda posa davanti a palazzo Ducale. A concludere la rassegna Brunilde di Tono Zancanaro; incisioni degli anni Sessanta. La scelta delle opere è stata dettata dal bisogno di far emergere contraddizioni, continuità, discontinuità in peculiare periodo  di costante incertezza. La mostra di via Fiume, 18 è aperta dal lunedì al venerdì; visite contingentate a ingresso libero con mascherina in ottemperanza alle vigenti disposizioni governative. Per info: studioartemose@live.it  Vincenzo Baratella

Alcune opere in mostra:

Mosè Baratella, Omertà, olio su tela

Claudio Monnini, Eva, acrilico

Mariano Vicentini, San Marco, olio su tela
Sotto alcune foto rassegna in galleria:


Il Resto del Carlino, 12.3.2021

Il Gazzettino, 14.3.2021


 


venerdì 22 gennaio 2021

Io guardo da fuori - Studio Arte Mosè



# IO GUARDO DA FUORI è la costretta rassegnazione per vedere l’opera attraverso il vetro e, nel contempo, far emergere lapalissiana dimostrazione che lo Studio Arte Mosè non è privo di stimoli e di proposte in questo periodo storico pieno di contraddizioni, di presenzialisti, di arricchiti col dubbio e di troppi poveri certi. La scelta della galleria all’allineamento alle imposizioni statali è prioritariamente la pandemia. Vero. Indiscutibilmente certa la peste che impera da oltre un anno, tuttavia se il decesso per Covid è probabile, la morte per fame è certa. Ad aggravare le paure sono pure i media che cavalcano l’onda per un’audience smisurata. Nel privato avanzano le nevrosi, gli stati d’ansia e un necessario bisogno d’affetto; trovo in ciò la spiegazione vedendo che una famiglia su dieci porta a defecare sulle vie cittadine il cane. Povera bestiola snaturalizzata al peculiare ruolo divenendo sostituta d’interscambio sociale. In un isolamento pre-morte psico-fisica pure gli studenti avvertono il disagio durante le lezioni digitalizzate a distanza e la mancanza del confronto con i coetanei. E’ proprio la classe studentesca, quella contestatrice, quella che aborriva le agenzie educative e le atemporali figure docenti che chiede ora a gran voce il ritorno sui banchi. In un anno di vissuta “sindrome paguro”, si è dato riconoscimento all’alta funzione di docere ed educare che travalica la divulgata funzione di valutare capacità, conoscenze, competenze. E’ emersa la funzione socializzante della scuola contro una “leopardiana” auto inculturazione; lo studente in quasi perenne lockdowun ha compreso, e questo è un bene derivato dalle coercizioni, la vitale necessità del rapporto con gli altri, oltre il pigiama party, che la scuola dà ed è riuscita a dare. Per gli adulti, si dice eufemisticamente over-, satolli di pubblicità martellante imperniata a reclamizzare prodotti contro l’invecchiamento e alle correlate deficienze progressive del meccanismo biologico umano, mancano gli ospedali della mente: i musei, le pinacoteche, le mostre, le biennali… Vitamina per l’efficienza fisica, l’acido ialuronico per pelle giovane, la talcosa per l’incontinenza, altra ancora per la minzione, ancora per il sonno, per strappi muscolari, per stomatiti, per gengive sanguinolenti, per la morte prematura; ma nulla per l’anima, la psiche, per la soddisfazione interiore davanti al bello, per una sana sindrome di Stendhal. Purtroppo la paura, aggravata dal terrorismo mediatico, imbozzola sempre più l’individuo ad una solitudine psicologicamente deleteria e devastante. Allo Studio Arte Mosè la cultura, l’arte, la spinta motivazionale al confronto, alla critica costruttiva a nuove esigenze proposte (forse anche vecchie) non cessano. La galleria dà continuità all’imperativo etico per cui è sorta. E #io guardo da fuori è una mediata, sicura soluzione nell’arcobaleno monocromatico arancione-rosso delle zone tristi; un albio per abbeverare forever lo spirito. ©Vincenzo Baratella