domenica 31 gennaio 2016

ANGELO PRUDENZIATO


ANGELO       PRUDENZIATO

Dovere  del ricordo

 Ebbi modo di conoscere Angelo, artista e parente, da bimba quando fu ospite nella mia casa; in quell’occasione  rimasi stupita dalla figura  estroversa nei modi, spontanea e diretta nel dialogo e  così personale nella sua visione artistica. Nel dopo cena  conversando in giardino, controllavo il suo modo di osservare il colore dei fiori e la distribuzione delle piante che lasciavano leggergli un linguaggio così astruso e personale, di difficile  decodifica, che trovai negli anni avanti nelle sue cortecce stampate. Si  soffermò a guardare  una  pianta particolarmente  rigogliosa  di geranio rosa, orgoglio di mia madre, e decise  di approntare uno schizzo per realizzare successivamente al cavalletto un’opera pittorica. Adolescente lo ritrovai  insegnante  di educazione artistica  alla scuola media.    Non mancava  di apprezzare  i miei disegni, senza risparmiarmi  critiche  costruttive. E’ stato un anno prezioso perché  è riuscito  a comunicare  la sua passione per l’arte, la creatività, il pensiero  originale, la poetica dell’ arte.  Ho avuto l’opportunità di vedere una delle opere più famose appesa nella sua casa in Via Carducci: un’acquaforte a più colori  rappresentante  un tramonto nel quale campeggia una ringhiera in controluce ad un immenso sole rosso, che mi evoca una delle grandi opere di Saetti. Una copia è attualmente  esposta al MOMA di NEW YORK. In famiglia, quando  il discorso, a volte, trattava la pittura  veniva spontaneo  ricordare le tante  premiazioni: ad Amsterdam, a Londra, a Roma e alla Biennale di Venezia. L’opera, che raffigura il bacino lagunare, per quella rassegna, fu realizzata  quando Angelo  insegnava in Sicilia. Riportava  tale aneddoto  con incontenibile gioia fanciullesca per sottolineare come una terra calda ed arida avesse proiettato sensazioni di malinconico umidore  tipico veneziano.  I miei ricordi, ora che ho l’opportunità di presentare l’opera, vanno all’incisione raffigurante un’anitra; Prudenziato è riuscito a dare  l’idea dell’incedere solenne “dell’anatra badessa” come recita la filastrocca. Ho mantenuto il reverenziale rapporto con il secondo cugino per sempre, considerandolo  mito e figura dal carisma artistico irraggiungibile. Ho il privilegio di curare la retrospettiva alla quale  ho dato il nome “Dovere del ricordo”. In effetti, anche con intento provocatorio voglio ricordare un grande della nostra città entrato nel casellario della dimenticanza piuttosto che  tra i protagonisti culturali; purtroppo per Angelo a distanza di oltre un secolo dalla nascita con dispiacere si evince la veridicità del nemo profeta in patria. Eppure pagine di cultura  si potrebbero estrapolare dalla sue  frequentazioni con i grandi artisti del Novecento.  A tal proposito è doveroso ricordare la sua amicizia con il maestro Virgilio Guidi. Durante l’esperienza di Angelo gallerista, la città di Rovigo poté gustare una personale di Guidi presso l’Eridania galleria, sul Corso del Popolo, negli anni Settanta.  Significativa l’amicizia  con  il maestro  Giorgio Morandi. Nelle stampe  incise, le nature morte fanno emergere  l’influenza tecnica  dell’amico  Morandi, stimato da Angelo per la sua originalità  e consapevolezza di essere unico (l’artista bolognese si vantava infatti, come confidò il Nostro, di non aver mai frequentato atelier parigini).  Ricordando il contesto storico della sua formazione  e produzione artistica  emerge la predilezione per il Futurismo che favorì  una variegata e numerosa produzione;  personale creatività si riscontra nelle sculture, nelle cortecce  e nelle realizzazioni plurimateriche. Angelo fu  sempre  aperto al cambiamento, alla ricerca  di  espressioni  artistiche  originali   e  stimolanti. Tutto ciò  in sintonia con  la sua  filosofia della vita e dell’arte.       ©Emanuela    Prudenziato


 Angelo Prudenziato

La Dott.ssa Emanuela Prudenziato, curatrice della retrospettiva
La Dott.ssa Emanuela Prudenziato, curatrice della retrospettiva
Momento dell'inaugurazione; sabato 6 febbraio 2016.
L'artista Angelo Prudenziato
articolo della giornalista dott.ssa Maria Chiara Pavani 
Notevole afflusso di pubblico, sabato scorso, alla galleria, Studio Arte Mosè di Rovigo, per il vernissage della retrospettiva dedicata ad un grande artista della nostra città, Angelo Prudenziato, pittore ed incisore insigne.

L’evento è stato fortemente voluto da Emanuela Prudenziato, titolare dello spazio espositivo e cugina di Angelo, per rendere giustizia ad un emblematico esponente dell’arte del Novecento, indebitamente caduto nel dimenticatoio, dopo l’omaggio tributatogli, nel 1981, dal Comune rodigino, a Palazzo Roncale, con la retrospettiva nota per il “manifesto della bicicletta”, un’incisione a colori, dove Prudenziato era arrivato ad usare il plexiglas per  curare l’effetto della curvatura della ruota. E, dopo la personale di oli e incisioni, nello stesso Studio  Arte Mosè, nel 2006, rappresentativa della complessa sperimentazione, nella prima metà del ‘900, il vuoto. “L’ho conosciuto da bambina- ha esordito Emanuela Prudenziato, curatrice della mostra- perché frequentava la mia casa e mi aveva colpito la sua figura così spontanea e diretta nel dialogo, come personale nella sua visione artistica. Sincero e, mai di parte, guardava i miei primi disegni e non mi risparmiava critiche costruttive. In seguito, è stato mio insegnante nelle scuole medie- ha concluso la relatrice- comunicandomi la sua passione, la creatività, il pensiero originale e la poetica dell’arte”. Commovente il ricordo dell’artista da parte del pittore Osvaldo Forno, che lo conobbe negli anni ’60, e con lui ebbe sempre un rapporto di sincera amicizia. “Angelo-ha confidato Forno-mi ha aiutato ad inserirmi nel mondo dell’arte, spingendomi a vincere la mia timidezza e conoscere, a Venezia, il critico Giuseppe Marchiori, uno dei membri della Biennale e quell’incontro fu per me molto importante. Era amico dei giovani artisti, nell’arte era un altruista, conosceva il valore delle persone, mi segnalava i bandi di concorso in Italia, a cui partecipavo insieme a lui e al grande Gabbris Ferrari. Non si è mai posto come maestro, ma come fratello maggiore”.

Angelo Prudenziato (1907-1980), diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, uomo dai lineamenti marcati e dalla forte personalità, amava in sommo grado l’arte che, per lui, era una ragione di vita ed un mezzo sublime per esprimere ciò che provava. Grande osservatore, operava “en plain air” e nella quotidianità e, prima di dipingere, osservava per ore i cambiamenti naturali della luce o ancora, di sera, gli effetti dell’intenso sfavillio delle luci sulla città. Indefesso sperimentatore, ha attraversato tutti i movimenti artistici del ‘900, aderendo al Futurismo e alla sua connotazione di dinamismo e modernità. Pluripremiato ad Amsterdam, Londra, Roma e alla Biennale di Venezia, nel 1940, con l’olio “Mattinata uggiosa a Venezia”, in cui ha proiettato liriche sensazioni di malinconico “umidore” veneziano, è presente anche al museo d’arte contemporanea “Moma” di New York con “Luci sul mare”, acquaforte a più colori, “in cui campeggia-scrive la Prudenziato- una ringhiera in controluce ad un immenso sole rosso, che evoca una grande opera di Bruno Saetti”. Fu amico, di Virgilio Guidi, che, negli anni ’70, espose a Rovigo, nella galleria Eridania, sul Corso del Popolo, di Gastone Breddo e Giorgio Morandi, che influenzò il nostro nelle tecniche grafiche, specie nei reticoli delle nature morte. Variegata e numerosa la produzione di oli e acqueforti, legata al Futurismo, a cui aveva aderito in sintonia con la sua filosofia di vita e dell’arte. Assai originale  era poi il suo astrattismo, relativo alle famose “cortecce stampate”, come un forte slancio creativo si evidenzia nelle sculture e nelle opere polimateriche. La presente rassegna, che abbraccia un arco di tempo, dagli anni ’40 agli anni ’70, è costituita da una ventina di opere, acqueforti e disegni, gentilmente prestati da collezionisti e gallerie. Tra le incisioni, segnaliamo “L’anatra badessa”, che bene rende il movimento solenne del palmipede, come recita la filastrocca. Interessanti sono ancora due marine, “Venezia e il Canal Grande” e “Veduta di Marghera”, con le sinistre ciminiere fumanti sullo sfondo. Non potevano mancare, inoltre, un aspetto urbanistico rilevante di Rovigo, “il Corso del Popolo”, dominato dall’antica torre Donà, le originali “Cortecce stampate”, ricercate alacremente e scartocciate dai platani, per poi essere incise con il vecchio torchio a Stella e il ritratto, a retinatura, del maestro, Virgilio Guidi. Tra i disegni , rilevante è quello della madre, Pulcheria, eseguito a carboncino acquerellato, e la caricatura del volto dello stesso autore, opera, a carboncino, del pittore Ermes Simili. L’esposizione, sarà visitabile fino a giovedì 25 febbraio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30 alle 19.30.

©Maria Chiara Pavani
 
A. Prudenziato, Spiaggia di Sottomarina, olio, 1960. In primo piano volle raffigurare la figlia Chiara.

A. Prudenziato, Nudo, acquaforte, 1940
A. Prudenziato, I pagliacci, acquaforte, 1940
Autoritratto come Van Gogh

venerdì 1 gennaio 2016

ANNA PENNATI, "...da Eva... in poi"

 
Anna Pennati: “… da Eva … in poi”

Il ricordo va lontano, indietro nel tempo… già negli anni Ottanta, a seguire le conquiste sociali sull’emancipazione femminile e con i raggiunti, o quasi, traguardi sulla parità dei sessi, presentai l’opera di diverse personalità artistiche qualificate a trattare in arte il delicato tema. Con Anna Pennati si presenta l’opportunità di riproporre  l’argomento e sviluppare la mostra personale tematica “…da Eva… in poi”. Il titolo che l’Artista milanese, diplomata a Brera con un curriculum notevole ricco di rassegne nelle quali ha riscosso pregevoli riconoscimenti, ha voluto dare è ambizioso e pregno di rinnovati significati, anche alla luce della mentalità odierna, piena di contraddizioni. La personale, che cataloga opere dal 2006, ha come denominatore la donna. La creatura artefice di vita, d’ispirazione e mutamenti sociali; lei, eterna Eva, dal matriarcato al patriarcato, da sottomessa a eroina, da forza ispiratrice e strega malefica. In essa “esiste una percentuale di non detto, di silenzio -sostiene Anna- e questa percentuale è direttamente proporzionale al fascino della donna. Dipingo  la parte non evidente, quella non espressa dalla fisicità”. In effetti Pennati evidenzia l’anima sofferta del percorso evolutivo ed autonomo della donna nella società. Calca con segno forte, deciso, con timbro cromatico accademico e immediata fluidità nell’esecuzione il carattere delle sue creature. Eva di ieri succube e il femminino nell’odierna full immersion collettiva; le ambivalenze: donna in carriera e sex symbol; soggetto e oggetto. Il testa e croce della stessa medaglia in un continuum da millenni, tra visioni e oracoli… Questi lasciano un segno tangibile, il marchio indecodificabile, arcano, profetico ai lati delle tele della pittrice. Sono simboli totemici per scongiurare il male di vivere e profetizzare l’aurora dell’essenza femminile.  ©Vincenzo Baratella

Sotto alcune opere di Anna Pennati.

 
 
 Da sin.: Dott.ssa Emanuela Prudenziato, l'Artista Anna Pennati
Da sinistra: Anna Pennati, Vincenzo Baratella, Temolo e Bindi
L'artista Pennati e la Dott.ssa Maria Chiara Pavani, giornalista del La Voce di Rovigo
L'Artista Pennati allo Studio Arte Mosè
Momento dell'inaugurazione
 
 






Lo Studio Arte Mosè ringrazia RADIO ROVIGO NET e la Direttrice Dott.ssa Chiara Paparella