DI IMPERO NIGIANI
Allo Studio Arte Mosè dal 08 al 25 giugno 2019
Curatore Vincenzo Baratella
IL SENSO
DELL’INFINITO
Personale
di
IMPERO NIGIANI
Studio Arte Mosè
Dal 08 al 25 giugno 2019
Inaugurazione:
sabato 08 giugno 2019, alle ore 18
Una mostra
straordinaria, tematica, itinerante. Prima tappa a Rovigo allo Studio Arte
Mosè, con inaugurazione sabato 8 giugno alle ore 18; in settembre a Firenze e a
Novembre si stabilisce a Recanati. E’ lo sposalizio artistico tra Impero
Nigiani e Giacomo Leopardi; il dipinto si unisce alla poesia: un ponte tra la
pittura colta e i versi eruditi. Il senso
dell’infinito è un corpus di quindici lavori ad olio, otto disegni e cinque
incisioni. Impegnativo nel dispendio temporale, ma assai più complesso sotto il
profilo contenutistico, che offre un ampio apporto didattico oltre la notevole
valenza artistica. Con questa produzione Nigiani ritorna a sommare qualità di
gusto e conoscenza dell’argomento trattato; esibisce la freschezza tonale e il
tratteggio deciso nella grafica come all’epoca della sua illustrazione-interpretazione
dei testi di Dante, di Ovidio e recentemente di Cervantes. Impero Nigiani, nato
a Incisa Valdarno nel 1937, vive a Firenze. L’incessante attività artistica annovera
numerose personali, innumerevoli collettive e presenza delle sue opere in prestigiosi
musei nazionali, europei e mondiali. Giorgio di Genova lo inserisce nella
“Storia dell’arte italiana del ‘900”. Aderisce al Manifesto artistico “Foto di
gruppo” presentato da Pier Carlo Santini. Nella mostra di Via Fiume apre la
scena sul “natio borgo selvaggio”
dove la torre antica è unica eccezione coeva al poeta nel paesaggio volutamente
contemporaneo. L’ermo colle,
piantumato di vigneti e girasoli, ha una sorprendente attualità con
un’urbanizzazione linda, lineare; in primo piano il piccolo Giacomo, ritratto
con sorprendente ironia coi boccoli e abbigliamento del ventennio nel dì della
festa, svela “un non so che di sospiroso e serio”, profetizzando un’esistenza melanconica,
priva di sollazzo e riso, dedita principalmente alla
cultura. Esaustiva è
l’interpretazione della fornita biblioteca leopardiana, rifugio e galera. Nigiani fa spiccare il clima museale dello studiolo con
le sudate carte sul tavolo, i libri dei classici-latini greci, l’austerità dei
luoghi e l’opprimente senso di costrizione. Il verone del paterno ostello è aperto al perpetuo canto di Teresa
Fattorini; Nigiani interpreta eccezionalmente gli umori del poeta, anche nelle
pulsioni amorose con l’infatuazione per Aspasia.
In mostra: opere dalle quali si evince l’erudizione di Nigiani per il periodo
storico in cui visse il grande recanatese, per i protagonisti della cultura e
della politica. La Natura e la luna sono le
costanti nei dipinti del fiorentino allo scopo di sottolineare alcuni dei
peculiari elementi fondanti della poetica di Giacomo. La rassegna chiude con
l’olio Oggi; un epilogo che sottolinea l’odierna mentalità
refrattaria alle spinte emozionali della poesia: la luna che rischiara due
baldi giovanotti “fuori del prodigio che
schiude la divina Indifferenza: era la statua”. Queste opere di Nigiani, raffinate nell’esecuzione, incisive nel
realismo seducente della narrazione, sono cariche di trasporto emotivo proprio quello che dà il senso dell’infinito. Vincenzo Baratella
La
rassegna, a ingresso libero, sarà visitabile:
dal 08 al 25 giugno
2019 tutti i giorni feriali
dal lunedì al
venerdì dalle 16,30 alle 19,30