giovedì 12 marzo 2020

Claudio NICOLI allo Studio Arte Mosè

Inaugurazione mostra rimandata a data da destinare.

Ellenismo plastico di Claudio Nicoli




Ellenismo plastico di Claudio Nicoli
La passione per l’impresa artistica o è infatuazione con la presunzione di distinguersi ex grege oppure è innata, malattia dell’anima, necessità… in questo caso Nicoli. Era ancor bimbo, racconta, quando il padre pizzicagnolo gli portava dal negozio i tondini in piombo, garanzia dei salumi, sapendo che il figlio sulla stufa della cucina economica -bontà di mamma accondiscendente- avrebbe fuso il metallo e immediatamente versato negli stampini forgiati con l’argilla fresca del Samoggia. Oltre mezzo secolo srotolato dal “persiceto” di San Giovanni, dalla terra pascoliana; “or non è più quel tempo” riscriverebbe l’altro grande corregionale e Claudio dopo una formazione liceale -indubbiamente questa è l’incipit ispiratrice per le tematiche classiche della sua opera- intraprende all’università studi giuridici. Il clima culturale bolognese nella seconda metà degli anni Settanta è ricco di stimoli e Claudio Nicoli si appassiona di letteratura e poesia; iniziano le collaborazioni giornalistiche, in particolare con il Resto del Carlino. La morte del padre nel 1983 limita tante spinte propositive; tuttavia il demone creativo diventa preponderante in Claudio che approda all’Accademia di Belle Arti di Bologna, diplomandosi qualche anno dopo. L’ascesa dell’artista è poi fatto noto, con personali, grandi rassegne e riconoscimenti, ultimo XXXVII Premio “Conti”, Fiorino d’oro per la scultura,  il 7 dicembre 2019, a Palazzo Vecchio in Firenze. Tra le note degne di menzione: nel 2009 apre la Galleria Cerri Arte a Montepulciano, chiusa dieci anni dopo in seguito alla prematura scomparsa della moglie. Nicoli, artista completo nelle diverse estrinsecazioni tecniche, è prioritariamente scultore coltivando la primaria vocazione. L’opera plastica trova strepitosa espressività nelle terrecotte e nei bronzi; quest’ultimi, in relazione ai soggetti e ai momenti creativi, alternano la cromia del bronzo appena fuso, la brunitura verde del rame o ancora un’acidificazione del metallo da rendere il sentore di vetustà dell’opera ritrovata. Si può dire che Claudio Nicoli, nel percorso evolutivo della produzione, abbia abbracciato, o solo reinterpretato allo scopo, alcune correnti significative: nelle “Veneri”, nei nudi geometrici, le sintesi plastiche sono da annoverare tecnicamente nel rimando al fascino della negritudine nel primo ‘900 francese (“nudo Africano”) e dell’iniziale Giacometti, tra cubismo e surrealismo. Sezione non indifferente della scultura del Nostro è il riferimento metafisico: piazze, incontri, paesaggi con cavalieri, giardino incantato e figure etrusche sul pettine in cui la linearità dei volumi diviene legante della composizione. I temi sono quelli classici, quelli impressi dall’inculturazione scolastica: gli dei, gli eroi ed il mito. Atena, la saggezza ellenica, dall’occhio azzurro, penetrante, come quello della civetta; la guardiana Medusa dallo sguardo pietrificante; il Minotauro, congiunzione anomala, perversa, dei cromosomi di Toro di Creta  con la regina Pasifae. In un recente bronzo Nicoli ripropone il ratto della principessa di Tiro, Europa, da parte di Zeus sotto le sembianze di un toro bianco. L’opera separa le due figure mitologiche con la maestria della duplice metallocromia che nella magistrale esecuzione riporta alla mente le compattazioni di corrente secessionista e nella fattispecie l’opera di Afolfo Wildt. Ancora soggetti classici con gli animali della lungimiranza, del presagio: gufi, civette; il richiamo all’arte divinatoria e alla veggenza: Cassandra e Medea. Gli eroi a cavallo fanno cogliere l’essenza dinamica dell’animale e il cavaliere nel gioco di movimento palesa l’eleganza simbiotica lancia-zampe equine nella sottile postura. Singolare altresì il gioco ombre e luci che Nicoli riesce a dare nelle torsioni dei cavalli, nelle posture degli opliti e negli elmi-effigi degli eroi. Non manca l’esportazione di una grecità toscana nel riferimento all’arte etrusca. Gli acquerelli forse anticipazione delle opere statuarie, nonché a corredo delle stesse, mostrano la velocità e la fluidità del pennello. Il disegno, forse anche spunto per gli argomenti trattati e da proporre, rivela un tratteggio lineare da grafica incisoria e il recupero estetico delle arti deco-noveau nella composizione; Claudio Nicoli, attraverso tutta la sua produzione, sa trasmettere il pathos ed il trasporto lirico che solo i contenuti classici possono dare. ©Vincenzo Baratella
alcune sculture di Claudio Nicoli
Il ratto di europa
Il volo di Icaro. Opera premiata a Firenze:  XXXVII premio Fiorino d'oro per la scultura. Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, il 7.12.2019.
Atena; a seguire alcuni acquerelli
Rassegna rimandata a data da destinare.

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