mercoledì 28 ottobre 2020

Nei miti della passione. Claudio Nicoli.


 

Claudio Nicoli. Era ancor bimbo, racconta, quando il padre pizzicagnolo gli portava dal negozio i tondini in piombo, garanzia dei salumi, sapendo che il figlio sulla stufa della cucina economica -bontà di mamma accondiscendente- avrebbe fuso il metallo e immediatamente versato negli stampini forgiati con l’argilla fresca del Samoggia. Oltre mezzo secolo srotolato dal “persiceto” di San Giovanni, dalla terra pascoliana; “or non è più quel tempo” riscriverebbe l’altro grande corregionale e Claudio dopo una formazione liceale -indubbiamente questa è l’incipit ispiratrice per le tematiche classiche della sua opera- intraprende all’università studi giuridici. Il clima culturale bolognese nella seconda metà degli anni Settanta è ricco di stimoli e Claudio Nicoli si appassiona di letteratura e poesia; iniziano le collaborazioni giornalistiche, in particolare con il Resto del Carlino. La morte del padre nel 1983 limita tante spinte propositive; tuttavia il demone creativo diventa preponderante in Claudio che approda all’Accademia di Belle Arti di Bologna, diplomandosi qualche anno dopo. L’ascesa dell’artista è poi fatto noto, con personali, grandi rassegne e riconoscimenti, ultimo XXXVII Premio “Conti”, Fiorino d’oro per la scultura,  il 7 dicembre 2019, a Palazzo Vecchio in Firenze. Tra le note degne di menzione: nel 2009 apre la Galleria Cerri Arte a Montepulciano. Nicoli, insegnante e artista completo nelle diverse estrinsecazioni tecniche, è prioritariamente scultore coltivando la primaria vocazione.[V.B.]

Claudio Nicoli, Europa e Giove, bronzo
 

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