NELL'OPERA GRAFICA DI GIROLAMO BATTISTA TREGAMBE
RISTORO INTERIORE DALLA NATURA
Il mio cruccio, un risentimento legittimo per chi ama il
bello, è di non averlo conosciuto prima. L’individuazione per “avere” un
Artista è una delimitazione egoistica, forse condivisibile con coloro i quali
ambiscono includere questo nella cerchia dei protagonisti. E’ un desiderio
privato, peculiare degli storici dell’arte, dei critici, dei curatori in
generale. L’incontro compensa comunque
il tempo andato. Con Tregambe si recupera pure il passato: quello esperito e
ritrovato nel ricordo. La grafica del bresciano aspira l’età dell’oro,
dell’innocenza, della rappresentazione arcadica. L’Artista esclude dall’opera
la presenza umana. Indubbiamente un merito. Lo scopo è di evitare comparazioni
temporali tra la modernità contingente e l’immutabilità della Natura.
Leopardiana accezione dell’infinito nel tempo: perpetuare la gratificazione
interiore attraverso ciò che circonda; uno scenario inviolato adatto a
infondere sentimenti ed emozioni all’uomo stesso. Girolamo Battista è un
incisore meticoloso, e si evince nel segno delle sue grafiche; effettivamente i
toni scuri sono il risultato di un saturare con la ripetitività del segno. Un
gioco di ombre e luce, di contrasti per rendere il volume dei corpi. Non si
ravvisa la struttura portante del disegno dell’oggetto, sintetica alla stregua
della grafica espressionista tedesca, né il virtuosismo estetico di Doré, né il
morandiano reticolo per i volumi, tantomeno la raffigurazione concettuale di
Dürer, con cavalieri apocalittici nel messaggio della Riforma. In Girolamo Battista Tregambe si
arguisce una continuità romantica nell’accezione più genuina. La zolla di A. Dürer è il particolare da
cui completare la globalità del paesaggio, l’interezza della sinfonia e l’avvio
della poesia evocativa. Come non ricordare nell’ “Estate nel brolo” il ritratto
indiretto degli affetti anche non esplicitamente espressi. La sedia impagliata
su cui sedevano figure parentali; il quotidiano per esibire l’inculturazione
attenta alle notizie; l’annaffiatoio per ravvivare i fiori del giardino … Sullo
sfondo la casa: “crepuscolare” tranquillità domestica. Girolamo Battista mi
disse che i paesaggi delle sue acqueforti sono ispirate e colte prevalentemente
dai luoghi reali limitrofi a Botticino. Vero. Gorgogliano rivi d’acque
cristalline sui quali poggiano ponti precari d’assi di legno, innevati per
rendere ancor più immacolata la terra delle sue radici. Immagini di un languore
inusuale, ricco di sentimento neoromantico. Poesia dunque fissata sulla lastra
di rame, scavata dall’acido e stampata con l’amore di chi vuole rendere
partecipe altri a sensazioni indicibili. Sono segni copiosi, innumerevoli,
leggeri per dare sostanza nella morsura, contro il segno secco di punta. Al
tatto la stampa palesa una sinfonia di leggere linee; il tratteggio entusiasta,
come biscrome sullo spartito. Le pause: chiazze di luce; i riverberi del sole
pallido tra maglie di una rete di recinzione ricoperta di galaverna. Intorno la
soffice consistenza della nevicata … Da tutto quel freddo esterno Tregambe
ravviva il calore interiore: incommensurabile amore per la vita e per il
creato.
Vincenzo Baratella
© Copyright Vincenzo Baratella 2014
Emanuela Prudenziato, Girolamo Tregambe e Vincenzo Baratella
Girolamo Battista
Tregambe, nella notte di Pasqua, si è
addormentato per sempre. L’arte ha perso un eccelso Maestro e la società un
membro di immensa umanità. L’uomo e l’artista: perdite incolmabili. Lo Studio
Arte Mosè, Vincenzo Baratella, Emanuela Prudenziato,
commossi, partecipano al dolore della famiglia, dell’amico Roberto Bodei e di quanti lo conobbero.
Girolamo Battista è e resterà sempre nei
nostri cuori e la Sua maestria nell’incisione sarà testimonianza nel tempo. (Pasqua 2015)
L'Artista Tregambe Girolamo Battista al lavoro.
Roberto Bodei e Girolamo Battista Tregambe
Girolamo Battista Tregambe e Vincenzo Baratella
Foto in Galleria con Artista
Nessun commento:
Posta un commento