“SEI
SEMPRE TU UOMO DEL MIO TEMPO”
Studio Arte Mosè, Via Fiume, 18 a Rovigo
Dal 5 aprile 2022 al 10 maggio 2022
Curatore Vincenzo Baratella
Rassegna di rinnovata valenza culturale.
I tempi, così incalzanti nell’alternarsi di novità negative, sono sincronici a
produzioni artistiche che in altri climi sociali economici e politici non
avrebbero avuto tanti stimoli adeguati. Si pensava all’inizio del millennio
felice quando scoccò la mezzanotte ventidue anni fa purtroppo non si erano
fatti i conti con la componente umana che travalica le buone intenzioni e
palesa il lato più oscuro, ma indubbiamente più presente, dell’indole umana.
Effettivamente quando il professor Ka mostrò la cosa al generale finì
per soccombere proprio attraverso la propria scoperta bellica. Umberto Eco
profondo conoscitore dell’animo come lo fu Salvatore Quasimodo e gli
innumerevoli artisti che dal più lontano passato ad oggi hanno segnalato
l’egocentrismo malvagio dell’essere umano. Sì, “sei sempre tu uomo del mio
tempo”, quello delle bombe, delle conquiste, delle atrocità. Il Caino di turno,
con la cosa sotto la veste, che invita il fratello nei campi con il
sorriso mellifluo dell’omicida, è sempre presente. L’egoismo economico, la
bramosia di potere, il desiderio di dominare sono vigili componenti di un Es
freudiano difficili da curare e impossibili da guarire. Basta un palco e
l’attore diventa dittatore; con la malattia il dominus si autocelebra
taumaturgo; il confine politico sulla cartina dà all’autocrate la facoltà di
cancellare barriere, identità, usi e costumi per farne la variegata sudditanza.
Il comune denominatore del potere è comunque dato dal capitale, concetto
marxista, obsoleto nella lettura filosofo-pragmatica, tuttavia assai evidente
nel contesto sociale odierno. I tirafili della globalità gestiscono il potere
proprio in funzione della loro incommensurabile e incontenibile potenza
economica. Gli artisti, quelli non “allineati” al potere, indubbiamente quelli
che vivono al di sopra della massa, del gregge, e vivranno dopo la morte, hanno
una lettura schietta, diretta della realtà e un sesto senso, un vaticinio, una
veggenza per quelle note sospese di tanta sbandierata demo-crazia. Curare una
rassegna in tempo di guerre, credo siano oltre venti nel mondo quelle non
nominate, per fissare gli orrori di una, due, tre è assai riduttivo… è gioventù
che muore, scriveva Comisso, è devastazione e miseria. Le spese sociali
volano in missili e deflagrano nelle vampate delle bombe… Gli artisti non sono
insensibili a genocidi e orrori. Tutto ciò il secolo scorso ha partorito un
congruo numero di movimenti, di correnti e non ha avuto un arresto nel nuovo
millennio. L’alternarsi dell’opinione tra guerra igiene del mondo e l’oggettività
tedesca, tra la visione surreale e quella astratta, tra concettualismo e neo
espressionismo,.. sono stati gli imput per pittori, scultori coevi. Vincenzo
Baratella©
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