giovedì 2 ottobre 2014

Luigi Marcon

 Marcon: il coraggio dell'arte.
  Personale di Luigi Marcon allo Studio Arte Mosè di Rovigo
  dal 27 settembre al 16 ottobre 2014
LUIGI MARCON 
E’ una presenza piacevole e consolidata allo Studio Arte Mosè; l’Artista di Vittorio Veneto si è formato all’Istituto d’arte di Venezia sotto la guida di Dalla Zorza e Dinon, dai quali apprese l’arte dell’incisione, che perfezionò presso il Centro Internazionale della Grafica con Licata. Dal 1960 partecipa a rassegne di grafica nazionali e internazionali ed  espone in numerosissime personali in Italia e all’estero. E’ altresì ricordato per il francobollo, emesso in Germania nel 2004: l’opera per la stampigliatura è stata realizzata in occasione dell’ottocentesimo anno dalla fondazione della città di Landshut. Ha insegnato  ed insegna l’arte della calcografia. Ha eseguito oltre quattromila lastre, tutte stampate personalmente con torchio a stella. Le sue grafiche  lo classificano come un incisore attento nella scelta dei soggetti:  vedute note, chiese, abbazie, castelli. In ognuna c’è la scelta dello scorcio atto a rendere poetica la porzione di paesaggio rappresentato. La perizia tecnica è meticolosa: linee decise, comunque mai forzatamente geometriche; ora marcate ora impercettibili nel reticolo dei volumi. I sapienti tocchi con lo zucchero, il sale, per dare chiazze di morbidezza all’acquatinta, ceramolle. Le stampe sono sempre limitatissime di numero per tributare l’opera pregevole; effettivamente non sarebbe motivata l’eccesiva produzione cartacea, visto il considerevole numero di matrici eseguite dall’Artista.  Raggiunse un livello esecutivo superlativo nei castelli della Germania e nelle “Delizie” estensi; non da meno sono i paesaggi con suggestivi particolari: gli alberi, la pieve, il casone di valle … Marcon, noto per le sue incisioni, non ha disdegnato le tecniche più usuali dei pittori. Ricordo oli pregevoli degli anni settanta, ottanta… Poi un repentino cambiamento; la stasi forzata. “L’incidente è stato una lezione di interiorità e di ulteriore sguardo sull’infinito”, ha dichiarato l’artista trevigiano, in seguito alla disgrazia capitatagli in montagna. Una lenta ripresa fisica, ma sovrumana nella volontà per essere presente nel mondo dell’arte con la Sua opera. Ha ripreso a dipingere, secondo il carisma classico, ad olio; come sempre con il gusto poetico del tema, ancora con più tenacia… una spinta interiore dall’arte per dare colore alle sue straordinarie creature.  

Vincenzo Baratella

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