martedì 4 novembre 2014

LORENZETTI: il conflittuale dialogo interiore

Lo Studio Arte Mosè di Rovigo

Presenta
RAIMONDO  LORENZETTI
ARTISTA VERONESE ALLA 54ª BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE DI VENEZIA



INAUGURAZIONE SABATO 15 NOVEMBRE 2014  - ORE 18.00
PRESSO    STUDIO ARTE MOSE’
VIA FIUME 18 -  45100 ROVIGO
RASSEGNA DAL 15 NOVEMBRE 
AL 4 DICEMBRE 2014
nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30

info: studioartemose@live.it

RAIMONDO LORENZETTI:

 
Il conflittuale dialogo interiore

L’artista veronese è prima di tutto un amico; il silenzioso personaggio riflessivo nei dialoghi, privo di dialettica ciarliero-superficiale, e disponibile a condividere piuttosto che dissentire. Da qualche decennio ho assistito alla sua evoluzione artistica, a quel cammino faticoso in salita, comunque non privo di successi. La sua non è un’arte facile, né leggibile; bisogna conoscere il soggetto uomo per tentare l’approccio alla decodifica del tema. L’oggetto è in buona sostanza l’identificazione con il soggetto stesso. Un binomio inscindibile. Attraverso i contenuti dell’opera Raimondo espone il messaggio criptato. Il quadro, piccolo o di grandi dimensioni, è un pensiero intimo espresso: è la porzione di una foto-relazione messa a fuoco, in attesa di completare il puzzle attraverso altre, innumerevoli tessere a contenuto introspettivo. Ogni dipinto è dunque porzione del contenuto privato nella tensione d’instaurare il dialogo transferenziale con l’altro. Un approdo per fidarsi e sul quale stabilire la fiducia per liberare l’intimo e raccogliere la spinta d’amore. A prima vista le sue creature sono figure esternamente irreali, ma con indubbia vitalità interiore. Figure umane, animali e cose presenti in un amalgama del rappresentato finalizzato a compattare in sequenze i comportamenti, i conflitti, le passioni, i drammi d’amore del genere umano … i suoi. Quella di Lorenzetti è una pittura introspettiva e ricca di argomenti e di problematiche, gli stessi generati dalla psiche in dialoghi intimi. E’ un’arte di autoanalisi. Lorenzetti rientra nel filone degli artisti che si librano sul filo sottile tra il lecito e l’illecito, tra l’amore e la sofferenza, tra l’esperito e il desiderio di esperire, tra il vissuto e la mancanza delle occasioni. E’ una pittura senza il comune denominatore della collocazione di corrente; è una personalissima rappresentazione dell’io e dell’inconscio. Se si volesse fare il raffronto epidermico è un Bosch del terzo millennio, comunque con i doverosi distinguo. Ci sono simboli ricorrenti: le nuvole gravide di maternità mancate, pesci di dubbia matrice evangelica, animali con sguardi troppo umani e compiacenti dell’animalità comune, esseri umani protesi in giochi di contorsionismo e di sezioni mancanti … fette di personalità  non rivelata. Analogamente al grande fiammingo scruta dalla “finestra”: un pertugio dal quale setaccia ciò che avviene tra gli uomini e dentro agli stessi nell’interscambio sociale, sia nel bene sia nel male. Sovente è quest’ultima la componente acuita dalla quale emerge il “male di vivere”; in effetti l’uomo di Raimondo è arrivista, di bella presenza, elegante o casual nell’abbigliamento, con o senza carne, con protesi di legno quasi a sorreggere a tutti i costi il ruolo assunto nell’interscambio economico-sociale. Donne dalle strane posture degne di un eclettico pudico Kamasutra, avvolte, sorrette da nubi del desiderio, tentate dal maschio con l’indicibile lentezza di animali metamorfosati che acquistano forme di maliziose lente creature sotto il carapace di tartaruga o la corazza d’armadillo … C’è tutta l’umanità nascosta, censurata dal superio collettivo nell’opera di Lorenzetti; c’è sostanzialmente quello che vede e ha visto. Supera le angosciose levitazioni, le materne icone bendate di Magritte; si stacca da presenze fantasma di Delvaux; né rivela la malizia “adulta” di Balthus, sebbene abbia tonalità verde-ocra omogenee e simboli da suggerire una comparazione con i tre grandi. Raimondo Lorenzetti è poeta classico all’interno dell’arte psicologica analitico-freudiana. Ogni opera è porzione di indagine interiore, di rivisitazione dell’esperienza vissuta o solamente desiderata. La mostra esibisce dunque prospettive esistenziali, pagine di un libro aperto sull’intimo dell’uomo e dell’artista.
©Vincenzo Baratella
Opere ad olio di Raimondo Lorenzetti
Lo studio dell'Artista Raimondo Lorenzetti ed Emanuela Prudenziato 
 
LORENZETTI: il rebus
L’espressione pittorica di Lorenzetti è stata determinante per comprendere l’evoluzione del suo pensiero. Dalle prime rappresentazioni di reminescenza medioevale, ad una prima lettura, ad un continuo rebus esistenziale con i tasselli fondamentali: la nascita, le scelte, la famiglia, il potere, la comunicazione, i rapporti fra individui, la fatica del quotidiano, il senso della cultura e tutto ciò che può rimanere problema, realtà irrisolta. Nelle sue opere vengono rappresentati individui in primo piano ed elementi infrastrutturali sullo sfondo, costanti sono le nuvole sulla sommità di pali o appese a fili sottili, animali domestici e non dalle fisionomie antropomorfe almeno nello sguardo. I suoi quadri non possono lasciare indifferente l’osservatore. Chi guarda  queste realizzazioni pittoriche si addentra quasi fatalmente nelle singole situazioni  illustrate. Come un lettore, lo spettatore accetta il patto narrativo che lo porta  a seguire  fino in fondo il racconto  dell’artista.          
 Emanuela Prudenziato
 
Tre opere di Raimondo Lorenzetti alla 54^ Biennale d'arte di Venezia


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