Presenta
RAIMONDO
LORENZETTI
ARTISTA
VERONESE ALLA 54ª BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE DI VENEZIA
INAUGURAZIONE SABATO 15
NOVEMBRE 2014 - ORE 18.00
PRESSO STUDIO
ARTE MOSE’
VIA FIUME 18
- 45100 ROVIGO
RASSEGNA DAL 15 NOVEMBRE
AL 4 DICEMBRE 2014
nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 16,30
alle 19,30
info: studioartemose@live.it
RAIMONDO
LORENZETTI:
Il conflittuale dialogo interiore
L’artista veronese è prima di
tutto un amico; il silenzioso personaggio riflessivo nei dialoghi, privo di
dialettica ciarliero-superficiale, e disponibile a condividere piuttosto che
dissentire. Da qualche decennio ho assistito alla sua evoluzione artistica, a
quel cammino faticoso in salita, comunque non privo di successi. La sua non è
un’arte facile, né leggibile; bisogna conoscere il soggetto uomo per tentare
l’approccio alla decodifica del tema. L’oggetto è in buona sostanza
l’identificazione con il soggetto stesso. Un binomio inscindibile. Attraverso i
contenuti dell’opera Raimondo espone il messaggio criptato. Il quadro, piccolo
o di grandi dimensioni, è un pensiero intimo espresso: è la porzione di una
foto-relazione messa a fuoco, in attesa di completare il puzzle attraverso
altre, innumerevoli tessere a contenuto introspettivo. Ogni dipinto è dunque
porzione del contenuto privato nella tensione d’instaurare il dialogo
transferenziale con l’altro. Un approdo per fidarsi e sul quale stabilire la
fiducia per liberare l’intimo e raccogliere la spinta d’amore. A prima vista le
sue creature sono figure esternamente irreali, ma con indubbia vitalità
interiore. Figure umane, animali e cose presenti in un amalgama del
rappresentato finalizzato a compattare in sequenze i comportamenti, i
conflitti, le passioni, i drammi d’amore del genere umano … i suoi. Quella di
Lorenzetti è una pittura introspettiva e ricca di argomenti e di problematiche,
gli stessi generati dalla psiche in dialoghi intimi. E’ un’arte di autoanalisi.
Lorenzetti rientra nel filone degli artisti che si librano sul filo sottile tra
il lecito e l’illecito, tra l’amore e la sofferenza, tra l’esperito e il
desiderio di esperire, tra il vissuto e la mancanza delle occasioni. E’ una
pittura senza il comune denominatore della collocazione di corrente; è una
personalissima rappresentazione dell’io e dell’inconscio. Se si volesse fare il
raffronto epidermico è un Bosch del terzo millennio, comunque con i doverosi
distinguo. Ci sono simboli ricorrenti: le nuvole gravide di maternità mancate,
pesci di dubbia matrice evangelica, animali con sguardi troppo umani e
compiacenti dell’animalità comune, esseri umani protesi in giochi di
contorsionismo e di sezioni mancanti … fette di personalità non rivelata. Analogamente al grande
fiammingo scruta dalla “finestra”: un pertugio dal quale setaccia ciò che
avviene tra gli uomini e dentro agli stessi nell’interscambio sociale, sia nel
bene sia nel male. Sovente è quest’ultima la componente acuita dalla quale
emerge il “male di vivere”; in effetti l’uomo di Raimondo è arrivista, di bella
presenza, elegante o casual nell’abbigliamento, con o senza carne, con protesi
di legno quasi a sorreggere a tutti i costi il ruolo assunto nell’interscambio
economico-sociale. Donne dalle strane posture degne di un eclettico pudico Kamasutra,
avvolte, sorrette da nubi del desiderio, tentate dal maschio con l’indicibile
lentezza di animali metamorfosati che acquistano forme di maliziose lente
creature sotto il carapace di tartaruga o la corazza d’armadillo … C’è tutta
l’umanità nascosta, censurata dal superio collettivo nell’opera di Lorenzetti;
c’è sostanzialmente quello che vede e ha visto. Supera le angosciose
levitazioni, le materne icone bendate di Magritte; si stacca da presenze fantasma
di Delvaux; né rivela la malizia “adulta” di Balthus, sebbene abbia tonalità
verde-ocra omogenee e simboli da suggerire una comparazione con i tre grandi.
Raimondo Lorenzetti è poeta classico all’interno dell’arte psicologica
analitico-freudiana. Ogni opera è porzione di indagine interiore, di
rivisitazione dell’esperienza vissuta o solamente desiderata. La mostra
esibisce dunque prospettive esistenziali, pagine di un libro aperto sull’intimo
dell’uomo e dell’artista.
©Vincenzo Baratella
Opere ad olio di Raimondo Lorenzetti
Lo studio dell'Artista Raimondo Lorenzetti ed Emanuela Prudenziato
LORENZETTI: il rebus
L’espressione pittorica di
Lorenzetti è stata determinante per comprendere l’evoluzione del suo pensiero.
Dalle prime rappresentazioni di reminescenza medioevale, ad una prima lettura,
ad un continuo rebus esistenziale con i tasselli fondamentali: la nascita, le
scelte, la famiglia, il potere, la comunicazione, i rapporti fra individui, la
fatica del quotidiano, il senso della cultura e tutto ciò che può rimanere
problema, realtà irrisolta. Nelle sue opere vengono rappresentati individui in
primo piano ed elementi infrastrutturali sullo sfondo, costanti sono le nuvole
sulla sommità di pali o appese a fili sottili, animali domestici e non dalle fisionomie
antropomorfe almeno nello sguardo. I suoi quadri non possono lasciare
indifferente l’osservatore. Chi guarda
queste realizzazioni pittoriche si addentra quasi fatalmente nelle
singole situazioni illustrate. Come un
lettore, lo spettatore accetta il patto narrativo che lo porta a seguire
fino in fondo il racconto
dell’artista.
Emanuela
Prudenziato
Tre opere di Raimondo Lorenzetti alla 54^ Biennale d'arte di Venezia
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