martedì 6 settembre 2016

Mosè Baratella. il male di vivere.



Lo Studio Arte Mosè, dopo la pausa estiva, riprende la stagione espositiva;
invita tutti, con piacere dell'incontro, nella condivisione dell'amore per l'arte,
sabato 10 settembre c.a. alle ore 18 all'inaugurazione della retrospettiva su
un aspetto peculiare e circoscritto dell'opera dell'Artista rodigino Mosè Baratella.-


MOSE’  BARATELLA:

il male di vivere

La singolare ed efficace  contrazione del titolo di una poesia di Montale è stato il pretesto nel dare continuità alla fortunata mostra “Preoccupanti coeve verità di Mosè” della scorsa stagione espositiva. L’artista visse il peculiare momento delle trasformazioni, dal periodo dei totalitarismi alle rivoluzioni culturali;  dalle rigide strutture patriarcali alle famiglie mononucleari fino alle indipendenti coppie di fatto; dallo statalismo imperante alle oligarchiche al potere; dalla religione coercitiva di stato alla visione individualistica del teismo; dalla società contadina a quella industriale liberista,… Nel  tentativo di coesione di plurimi aspetti e fattori emerge l’insofferenza esistenziale, il pessimistico approccio alle novità: il male esistenziale, la noia, la nausea. Argomenti sfruttati a giusto motivo dalle arti tutte del secolo scorso.La validità e l’attualità di tematiche affioranti nell’opera del pittore rodigino Mosè Baratella, a distanza di qualche decennio dalla produzione sono sconcertanti. All’appello non mancano le problematiche sui gender, ovvero le identità di genere, le lotte economico sociali,  le dispute politiche per il potere, religiosità e religione, i totem ed i tabù sociali; il prosieguo espositivo è in qualche modo il continuum della rassegna di aprile u.s. E’ da sottolineare che Mosè Baratella ha guardato il mondo con occhio analitico, scevro da ogni pessimismo; ha dato una lettura del reale distaccata e puntuale. Evidenzia aspetti contenutistici di indubbia attualità, nonostante  sia prossima la ricorrenza del centenario dalla nascita. Sono da rilevare l’unicità innovativa tecnica nell’amalgama di colori e la morbida nitidezza del disegno accademico di fondo.                   Vincenzo Baratella


MOSE’ BARATELLA:

leggere oltre l’apparenza.


Nel corso della sua vita lavorò costantemente  per esprimere  le sue idee, lo  spirito libero di cui era “prigioniero”. Non si può parlare di Mosè se non in questi termini perché è l’artista che ricerca continuamente di rivelare l’idea, l’interpretazione della realtà circostante, il mondo in cui è vissuto. Ha saputo mappare la società, individuarne gli aspetti contraddittori, spiacevoli, benevolmente ipocriti, senza acrimonia, ma in modo razionale e chiaro, come la strategia del mondo quotidiano, apparentemente senza ombre. E Mosè con i suoi disegni, oli su carta rappresenta il razionale contorcimento  dei pensieri, dei comportamenti umani. L’astrazione, definizione tecnicamente impropria, nelle sue opere è la fotografia della  vita. I pezzi sparsi sulla carta, sulla tela sono un puzzle che è preferibile non ricomporre; troppo duro, doloroso riconoscersi in esso, meglio immaginare l’impossibile come realtà: “ le mattane” così le chiamava Mosè sono il suo pensiero più vero e profondo,l’affermazione dell’arte che legge oltre l’apparenza e recupera sempre  l’uomo con le sue incoerenze e fragilità.         Emanuela Prudenziato  









  

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