Comunicato stampa
CARTE
PER DOCUMENTARE LA VITA E L’ANIMA
Personale
di
ELISABETTA
NECCHIO
Curatore: Vincenzo Baratella
COMMENTO MUSICALE: Prof.
Giuliano Pajarini
Studio Arte Mosè
dal 9 al 28 aprile 2017
Domenica 9
aprile 2017 alle ore 17,00 lo Studio Arte Mosè di Rovigo presenta la personale
di Elisabetta Necchio. Nata nel 1972 a Como, frequenta il Liceo Artistico “G.
Terragni”. Nel 1995 si diploma in Pittura, con il prof. G. Devalle,
all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano; tra il 1994 e il 1996 svolge
attività nel campo della moda e dell’arredamento come progettista di disegni
per tessuti. Dal 1997 lavora nel mondo della scuola, dapprima come docente di
Educazione Artistica in Scuole Secondarie di Primo Grado, successivamente
presso il Liceo Artistico “G.Terragni” a Como insegna Discipline Pittoriche.
Dal 2000 al 2005 è docente di Pittura e di Teoria della Percezione Visiva
all’Accademia “Aldo Galli” di Como e attualmente insegna Arti Visive presso il Collegio
Papio di Ascona (CH). Da alcuni anni la sua ricerca artistica, dapprima
rivolta ad uno studio di materiali utilizzati all’interno di una pittura
tradizionale, si è arricchita di un nuovo percorso nato dall’impiego e
dall’approfondimento delle tecniche di fabbricazione della carta a
mano. Sono carte forgiate, stampate, in rilievo, acquerellate, commiste a
foto e inserti legnosi, impreziosite con foglia d’oro come si addice
all’importanza del tema trattato. La recente produzione, frutto di un viaggio a
Gerusalemme, focalizza lo studio delle tre grandi culture monoteiste: Ebraismo,
Cristianesimo, Islam e le rispettive correlazioni nell’odierno interscambio
sociale.
La rassegna, a ingresso libero,
sarà visitabile:
dal 9 al 28
aprile 2017 tutti i giorni feriali
dal lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30
ELISABETTA
NECCHIO:
CARTE
PER DOCUMENTARE LA VITA E L’ANIMA
La
Carta, la testimonianza, la fonte scritta sono irrefutabili certificazioni
dell’uomo sull’interscambio sociale nell’ostentazione dell’esistenza e di
peculiari status. Attraverso la documentazione il soggetto balza come icona
vitruviana esibendo l’intera humanitas
vitae. Le carte attestano l’inevitabile ossimoro antropico: l’essere umano
al centro del cosmo ed esiguo al
confronto del creato. E’ il segno dei dualismi potenza-atto, necessario
- contingente, dai quali emergono la pochezza
dell’individuo e la lode di Dio. Per Elisabetta c’è aspirazione alla
perfezione e nel contempo la comunicazione dell’infelicità. Nelle proiezioni
dall’alto la figura è impotente contro un contesto orientato all’individualismo
e al consumo. Sono i tre mali agostiniani che circoscrivono le imperfezioni
atte a generare sofferenze. Elisabetta è esplicita nel produrre il messaggio
essoterico contrapposto a quello esoterico, la comunicazione metaforica contro
il lemma criptato. La malinconia per il paradiso perduto legittima l’imprimatur
sulla carta che non è solo un sigillo di mera creatività. Ricordo che
Elisabetta costruisce la carta: materiale complesso, spugnoso, ricco di
sporgenze, di schiacciamenti e rialzi, di curve e linee prospettiche adatto a
comporre il percorso del singolo o del gruppo nel contesto cittadino. Emergono
padri e figli, figure femminili viste da lontano, dalla soglia; gente amata,
incontrata, avvicinata negli “attraversamenti”. I lavori sono concrete
meditazioni sui valori universali:
proiezioni teologiche verso le “terre promesse”. In questa sezione, idonea alla
speculazione filosofico-teologica sulle tre grandi religioni monoteistiche, il
foglio è modellato con inserzioni, decorazioni, alberi cabalistici della vita.
La recente produzione, frutto di un viaggio a Gerusalemme, fa conoscere il
patriarca, il cammino delle fedi, la promessa. Singolare profetica realizzazione
con i soli conferenzieri davanti alle sedie vuote. Congettura, questa, sulla
individuale incomunicabilità nel contesto di un esasperato esistenzialismo …
Tuttavia le carte di Elisabetta Necchio non scoprono il solo pessimismo, predomina
il bianco: il consapevole segno della purezza, della saggezza e della pace. In
ciò ravvisa le scelte: il libero arbitrio dell’umanità buona. La ragione segna sulla meridiana luoghi e tappe
dell’esistenza col fine di concretizzare il viaggio. Dall’analisi delle opere
si evince il fine: un desiderio di rendere pubblici i contenuti di un’etica
sociale liquidata quasi completamente nel corso del secolo breve e reiterata
nel nullismo del terzo millennio. Necchio è artista concettuale dai messaggi
forti, biblici, trasmessi con il mezzo più idoneo, quello atto a durare nel
tempo: il foglio come documento. Sono carte forgiate, stampate, in rilievo,
acquerellate, commiste a foto e inserti legnosi, impreziosite con foglia d’oro come
si addice agli antichi rotoli del Mar Morto. Fonti documentarie che rievocano
la saggezza dei padri o più adeguatamente la morale salvifica contenuta nei tre
grandi Libri e nella Torah.
Vincenzo
Baratella.
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