comun. Stampa
Sabato
2 dicembre 2017 alle ore 18, nella
galleria “Studio Arte Mosè”
di Rovigo,
in via Fiume, 18 inaugurazione della personale
tematica “Palcoscenico
della vita con meditazioni metafisiche”
opere
di
OSVALDO FORNO
La
mostra nello Studio Arte Mosè di Rovigo sarà aperta dal 2 al 20 dicembre 2017
tutti
i giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore 16,30 alle ore 19,30.
Curatore Dott. Vincenzo Baratella
La
mostra raccoglie una quindicina di opere, in prevalenza olio su tela e disegni,
di Osvaldo Forno
nato a Rovigo nel 1939 e vive a Polesella(RO). Inizia a dipingere nel 1959 come autodidatta. Nel 1964
consegue il diploma presso l'Istituto d'Arte di Castelmassa (RO). Dal 1971 insegna presso l'Istituto Dosso Dossi di Ferrara. Artista con multiformi interessi si è
sempre collocato al centro
delle più attuali problematiche. Dal 1961 ha
partecipato alle più importanti rassegne d'Arte
italiane, ottenendo notevoli e ripetuti riconoscimenti. Da ricordare sono i premi ottenuti a
Copparo (FE) nel 1968; a
San Benedetto Po (MN) nel 1977-78; a Ferrara con il "Lascito Nicolini" nel 1979. Ha illustrato «II Decamerone» di Boccaccio e il “Museo
Boccaccio” di Certaldo conserva sue
illustrazioni. Opere sono presenti nelle collezioni delle C.C. di Risparmio di
Padova - Rovigo e all’Università per gli Studi di Ferrara. Come operatore culturale ha diretto a Rovigo con
Gabbris Ferrari la Galleria d'Arte "Programma ART" dal 1969 al 1970. Nel 1979 è incaricato per le attività
artistiche alla Rocca
Possente di Stellata, Bondeno (FE). Partecipa ad Arte Fiera (Bologna) negli anni 1987-88-89. Nel 1991 il Circolo Culturale
"Gino Piva" gli conferisce il Trofeo "Fetonte" per la scultura. Dal 1994 un suo bronzetto è Trofeo
del premio "Città di
Rovigo". Dal
2000 al 2001 ha diretto la Galleria "La Porta Verde ". Sue opere fanno parte della collezione "Generazioni Anni Trenta " al Museo Bargellini di Pieve
di Cento. Lo "Joung Museum"
di Revere (MN) nel 2002 ha acquisito suoi
lavori. Nel
2003 ha esposto ne "La Pescheria Vecchia " di Este (Pd) e alla 50a Biennale di VE.
“Et quid amabo nisi quod rerum metaphysica est?” Con questo interrogativo, dal
tono retorico, Giorgio De Chirico iniziava l’indagine sulle cose e sull’uomo,
oltre il sensibile, oltre la logica. Il concetto di enigma, indubbiamente
innescato nella speculazione filosofica schopenhaueriana e nietzscheiana, è
stato tanto ambìto nel secolo scorso da trovare seguaci in numerosi artisti.
La metafisica, perdendo l’originario
intento ontologico dopo la “morte di Dio”, ha trovato fertile humus nel labirinto delle idee introspettive e
feconda continuità. Osvaldo Forno è in
questa rassegna un prosecutore sui generis. Alla quindicina di opere esposte
allo Studio Arte Mosè, nella rassegna di dicembre, ho voluto dare il comune
denominatore nelle tematiche con il titolo: Palcoscenico
della vita con meditazioni metafisiche. Attraverso il linguaggio e la
tecnica, pur evidenziando i distinguo da altri artisti, della metafisica,
Osvaldo indaga l’uomo ed il contesto sociale. Questi sono attori e spettatori,
nei reciproci scambi delle parti. La maggioranza calca il palcoscenico su cui
si recita il ruolo della vita; il
sipario, quasi sempre a tinte sgargianti, a righe come le tovaglie per un desco
di compartecipazione, si apre sull’enigma dell’essere e La finestra dell’io respira orizzonti da scoprire. Vincenzo
Baratella
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