mercoledì 28 marzo 2018

Tiziana Torcoletti allo Studio Arte Mosè


































Mostra fotografica di  TIZIANA TORCOLETTI
 titolo  “SCARPETTE ROSSE”
Testo critico di Giulia Naspi
________________________________________
Gli scatti di Tiziana Torcoletti sono frammenti di una storia tragica che si ripete silenziosamente nella quotidianità contemporanea e allo stesso tempo sono fotogrammi che danzano tra le note musicali di un dramma del passato.
Il titolo scelto è infatti dichiaratamente ispirato dall’omonimo film del 1948, e ne ripercorre la vicenda drammatica dove si nasconde un indiretto riferimento alla violenza non solo fisica, ma anche e soprattutto psicologica alla quale le donne sono sottoposte ancora oggi.
L’impossibilità sociale di portare avanti amore e carriera, la costrizione ad una scelta sofferta, sono dinamiche che seppur affievolite, non sono da ritenersi del tutto estinte nell’universo quotidiano femminile, e ciò non ha naturalmente smesso di generare sofferenza e frustrazione.
Le foto esposte oscillano continuamente tra passato e presente: i soggetti sono giovani donne, ma delle quali vengono evidenziate soprattutto le spalle e le mani, ovvero le parti del corpo dove maggiormente il passare del tempo lascia i suoi inevitabili e indelebili segni.
Si oscilla anche tra il silenzio e la musica che sentiamo riecheggiare chiara e forte nelle scene di ballo e diffondersi nella sala dove i ballerini si incontrano, ma accanto alla spensieratezza piomba il silenzio schiacciante di una quotidianità tutt’altro che serena e perfetta. 
Tutte le scene sono drammaticamente immortalate in bianco e nero, modalità che ben rappresenta il nodo tra passato e presente e la tragica realtà che attraversa il tempo e lo spazio.
Il rosso delle scarpette è l’unico elemento cromatico immune alla freddezza bicroma di un tempo che scorre, ma che non riesce a portare con sé la violenza e l’arretratezza di una società che considera la donna capace di cose straordinarie, ma ancora non meritevole di una vita migliore.
Il rosso simboleggia da sempre la passione, l’amore, ma anche la violenza e il pericolo che soprattutto per una donna è sempre in agguato, pronto a sferrare il suo attacco micidiale e lasciare per sempre segni indelebili nell’anima.
Con questo suo ultimo lavoro Tiziana ci mette in guardia verso le molteplici forme che la violenza può assumere: essa può essere fisica, verbale, psicologica, morale, e si può celare nelle persone e nei luoghi più inaspettati. [Giulia Naspi]
























Comunicato stampa

SCARPETTE ROSSE
Personale di
TIZIANA TORCOLETTI


Studio Arte Mosè, Via Fiume, 18 a Rovigo
dal 14 aprile al 3 maggio 2018

Sabato 14 aprile, alle ore 18 lo Studio Arte Mosè presenta una ventina di scatti fotografici di Tiziana Torcoletti; laureata in sociologia, con passione e predisposizione per l’arte, vive e lavora ad Ancona. Nello studio dell’artista Cristian Martin apprende la tecnica del disegno a matita. Il bianco e nero sono le cromie sulle quali adatta l’opera ed in particolare la fotografia. Nel 2007 apre una galleria che in breve con la collaborazione di altri artisti si svilupperà nel Circolo Culturale Galleria Puccini. Tiziana  assume la direzione artistica. Con la fotografia trova l’idoneo mezzo per rilevare tematiche di grande attualità suscitando emozioni, curiosità e valutazioni.
Scarpette rosse è il titolo dato alla rassegna. Ispirato dall’omonimo film del 1948, ha in alcune immagini la funzione di ripercorre l’epilogo tragico della ballerina. Pretesto dalla fiaba andersaniana per provocare dalle calzature di pezza, confezionate dalla ciabattina per la giovane povera, la sequenzialità di segni visivi che rimandano al colore della passione, della violenza. Le scarpette rosse, appunto, hanno assunto i caratteri della trasmissione di immagini forti di violenza fisica, morale e psicologica di cui i media purtroppo nel terzo millennio non sono avari. Una cronaca ricca ancora di femminicidio e di maltrattamenti.
Il testo di presentazione alla mostra di Giulia Naspi ribadisce: “L’impossibilità sociale di portare avanti amore e carriera, la costrizione ad una scelta sofferta, sono dinamiche che seppur affievolite, non sono da ritenersi del tutto estinte nell’universo quotidiano femminile, e ciò non ha naturalmente smesso di generare sofferenza e frustrazione.
Le foto esposte oscillano continuamente tra passato e presente: i soggetti sono giovani donne, ma delle quali vengono evidenziate soprattutto le spalle e le mani, ovvero le parti del corpo dove maggiormente il passare del tempo lascia i suoi inevitabili e indelebili segni”.
Foto in bianco e nero per sottolineare il malessere, la condizione senza colori caldi, di gioia; solo il rosso delle scarpette è l’unico elemento di colore. Identificativo di uno status, alla stregua del cappotto della bimbetta in Schindler,  delle Red Shoes di Moira Shearer, delle scarpine di una creaturina internata a Buchenwald,… il rosso vivo del sangue.
Tiziana Torcoletti  dalla rassegna  evidenzia il suo impegno di sociologa, coniugato alla bravura nel creare situazioni d’immagini d’alto impatto spettacolare e spunto riflessivo.
 Vincenzo Baratella


La mostra sarà visitabile:
dal 14 aprile 2018
al 3 maggio 2018 tutti i giorni feriali
dal lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30













 https://litterisetartibus.blogspot.it Lo Studio Arte Mosè ringrazia e allega articolo.
DIMENDIONE DONNA
“Scarpette rosse” di Tiziana Torcoletti
dal 14 aprile al 3maggio allo Studio Arte Mosè
Il titolo  della mostra  della sociologa  Torcoletti sottolinea l’interesse per le problematiche  inerenti   la società  che si riconosce  prevalentemente nel modello maschile  e  la dimensione  femminile. IL desiderio di successo espressione  del mondo maschile, nel tempo, si è rivelata  una componente anche del femminile. La congiunzione  è rivelatrice della considerazione millenaria nei confronti della donna: elemento strano capace di dare la vita, di avere dei sentimenti, reazioni emozionali, desideri tali e quali all’ ”altra parte del cielo”. Come  controllare tutto ciò, dare una spiegazione alla propria finitezza, che solitamente rimane a livello inconscio, nella normalità dei casi? Per chi invece supera la soglia dell’autocontrollo: c’è l’atto  sacrilego per impadronirsi  del potere dell’altro, diventare l’altro. Dall’ammirazione incondizionata, all’invidia per ciò che rappresenta il femminile: bene, male, accettazione, rifiuto perché la comunicazione, il contatto passano attraverso un linguaggio da saper decifrare  con il cuore  e il cervello. Ciò che appare bello, meraviglioso ha una sua fragilità, sensibilità degne di rispetto; l’irraggiungibile dimensione di qualcosa di superiore pur nella sua umiltà. Nella quotidianità spesso la volontà femminile è negata; mette a nudo le incongruenze, la superficialità pericolosa dei comportamenti e allora l’immagine e nel contempo la figura concreta della donna  vengono negate, cancellate con un tragico infantilismo, un nascondersi dietro a un dito per non ammettere la realtà. Troppe volte si uccide materialmente ciò che  invece  si vuole far sparire psicologicamente: quel male  che è incapacità di crescere, di vedere onestamente in sé stessi i propri limiti e difetti. [Emanuela Prudenziato©]

Lo Studio Arte Mosè ringrazia la giornalista Dott.ssa Chiara Paparella, Direttrice di Radio Rovigo net e promotrice eventi per recensione rassegna. 


 Lo Studio Arte Mosè ringrazia.



Nessun commento:

Posta un commento