Mostra fotografica di TIZIANA TORCOLETTI
titolo “SCARPETTE ROSSE”
Testo critico di
Giulia Naspi
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Gli scatti di Tiziana Torcoletti
sono frammenti di una storia tragica che si ripete silenziosamente nella
quotidianità contemporanea e allo stesso tempo sono fotogrammi che danzano tra
le note musicali di un dramma del passato.
Il titolo scelto è infatti
dichiaratamente ispirato dall’omonimo film del 1948, e ne ripercorre la vicenda
drammatica dove si nasconde un indiretto riferimento alla violenza non solo
fisica, ma anche e soprattutto psicologica alla quale le donne sono sottoposte
ancora oggi.
L’impossibilità sociale di
portare avanti amore e carriera, la costrizione ad una scelta sofferta, sono
dinamiche che seppur affievolite, non sono da ritenersi del tutto estinte
nell’universo quotidiano femminile, e ciò non ha naturalmente smesso di
generare sofferenza e frustrazione.
Le foto esposte oscillano
continuamente tra passato e presente: i soggetti sono giovani donne, ma delle
quali vengono evidenziate soprattutto le spalle e le mani, ovvero le parti del
corpo dove maggiormente il passare del tempo lascia i suoi inevitabili e
indelebili segni.
Si oscilla anche tra il silenzio
e la musica che sentiamo riecheggiare chiara e forte nelle scene di ballo e
diffondersi nella sala dove i ballerini si incontrano, ma accanto alla
spensieratezza piomba il silenzio schiacciante di una quotidianità tutt’altro
che serena e perfetta.
Tutte le scene sono
drammaticamente immortalate in bianco e nero, modalità che ben rappresenta il
nodo tra passato e presente e la tragica realtà che attraversa il tempo e lo
spazio.
Il rosso delle scarpette è
l’unico elemento cromatico immune alla freddezza bicroma di un tempo che
scorre, ma che non riesce a portare con sé la violenza e l’arretratezza di una
società che considera la donna capace di cose straordinarie, ma ancora non
meritevole di una vita migliore.
Il rosso simboleggia da sempre la
passione, l’amore, ma anche la violenza e il pericolo che soprattutto per una
donna è sempre in agguato, pronto a sferrare il suo attacco micidiale e
lasciare per sempre segni indelebili nell’anima.
Con questo suo ultimo lavoro
Tiziana ci mette in guardia verso le molteplici forme che la violenza può
assumere: essa può essere fisica, verbale, psicologica, morale, e si può celare
nelle persone e nei luoghi più inaspettati. [Giulia Naspi]
Comunicato
stampa
SCARPETTE ROSSE
Personale
di
TIZIANA
TORCOLETTI
Studio Arte
Mosè, Via Fiume, 18 a Rovigo
dal 14 aprile al 3 maggio 2018
Sabato 14 aprile,
alle ore 18 lo Studio Arte Mosè presenta una ventina di scatti fotografici di Tiziana
Torcoletti; laureata in sociologia, con passione e predisposizione per l’arte,
vive e lavora ad Ancona. Nello studio dell’artista Cristian Martin apprende la
tecnica del disegno a matita. Il bianco e nero sono le cromie sulle quali adatta
l’opera ed in particolare la fotografia. Nel 2007 apre una galleria che in
breve con la collaborazione di altri artisti si svilupperà nel Circolo
Culturale Galleria Puccini. Tiziana
assume la direzione artistica. Con la fotografia trova l’idoneo mezzo
per rilevare tematiche di grande attualità suscitando emozioni, curiosità e valutazioni.
Scarpette
rosse
è il titolo dato alla rassegna. Ispirato dall’omonimo film del 1948, ha in
alcune immagini la funzione di ripercorre l’epilogo tragico della ballerina. Pretesto
dalla fiaba andersaniana per provocare dalle calzature di pezza, confezionate
dalla ciabattina per la giovane povera, la sequenzialità di segni visivi che
rimandano al colore della passione, della violenza. Le scarpette rosse, appunto,
hanno assunto i caratteri della trasmissione di immagini forti di violenza fisica,
morale e psicologica di cui i media purtroppo nel terzo millennio non sono
avari. Una cronaca ricca ancora di femminicidio e di maltrattamenti.
Il testo di presentazione alla mostra
di Giulia Naspi ribadisce: “L’impossibilità
sociale di portare avanti amore e carriera, la costrizione ad una scelta
sofferta, sono dinamiche che seppur affievolite, non sono da ritenersi del
tutto estinte nell’universo quotidiano femminile, e ciò non ha naturalmente
smesso di generare sofferenza e frustrazione.
Le
foto esposte oscillano continuamente tra passato e presente: i soggetti sono
giovani donne, ma delle quali vengono evidenziate soprattutto le spalle e le
mani, ovvero le parti del corpo dove maggiormente il passare del tempo lascia i
suoi inevitabili e indelebili segni”.
Foto in bianco
e nero per sottolineare il malessere, la condizione senza colori caldi, di
gioia; solo il rosso delle scarpette è l’unico elemento di colore. Identificativo
di uno status, alla stregua del cappotto della bimbetta in Schindler, delle Red Shoes di Moira Shearer,
delle scarpine di una creaturina internata a Buchenwald,…
il rosso vivo del sangue.
Tiziana Torcoletti dalla
rassegna evidenzia il suo impegno di
sociologa, coniugato alla bravura nel creare situazioni d’immagini d’alto
impatto spettacolare e spunto riflessivo.
Vincenzo
Baratella
La mostra sarà visitabile:
dal
14 aprile 2018
al
3 maggio 2018 tutti i giorni feriali
dal
lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30
https://litterisetartibus.blogspot.it Lo Studio Arte Mosè ringrazia e allega articolo.
DIMENDIONE
DONNA
“Scarpette
rosse” di Tiziana Torcoletti
dal
14 aprile al 3maggio allo Studio Arte Mosè
Il titolo della mostra
della sociologa Torcoletti
sottolinea l’interesse per le problematiche
inerenti la società che si riconosce prevalentemente nel modello maschile e la
dimensione femminile. IL desiderio di
successo espressione del mondo maschile,
nel tempo, si è rivelata una componente anche del femminile. La
congiunzione è rivelatrice della considerazione
millenaria nei confronti della donna: elemento
strano capace di dare la vita, di avere dei sentimenti, reazioni
emozionali, desideri tali e quali all’ ”altra parte del cielo”. Come controllare tutto ciò, dare una spiegazione
alla propria finitezza, che solitamente rimane a livello inconscio, nella
normalità dei casi? Per chi invece supera la soglia dell’autocontrollo: c’è l’atto sacrilego
per impadronirsi del potere
dell’altro, diventare l’altro. Dall’ammirazione incondizionata, all’invidia per
ciò che rappresenta il femminile: bene, male, accettazione, rifiuto perché la
comunicazione, il contatto passano attraverso un linguaggio da saper
decifrare con il cuore e il cervello. Ciò che appare bello,
meraviglioso ha una sua fragilità, sensibilità degne di rispetto;
l’irraggiungibile dimensione di qualcosa di superiore pur nella sua umiltà.
Nella quotidianità spesso la volontà femminile è negata; mette a nudo le
incongruenze, la superficialità pericolosa dei comportamenti e allora
l’immagine e nel contempo la figura concreta della donna vengono negate, cancellate con un tragico
infantilismo, un nascondersi dietro a un dito per non ammettere la realtà.
Troppe volte si uccide materialmente ciò che
invece si vuole far sparire
psicologicamente: quel male che è
incapacità di crescere, di vedere onestamente in sé stessi i propri limiti e
difetti. [Emanuela Prudenziato©]
Lo Studio Arte Mosè ringrazia la giornalista Dott.ssa Chiara Paparella, Direttrice di Radio Rovigo net e promotrice eventi per recensione rassegna.
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