ANNA MARIA ALESSANDRINI
Passione: una parola in cui forse oggi crediamo troppo poco,
schiacciati come siamo dal peso di una quotidianità che nella maggior parte dei
casi siamo stati costretti a vivere.
Nel corso della storia e delle epoche il suo significato è
stato attribuito a forti sentimenti di sofferenza, ma anche ad emozioni intense
che, se non controllate dalla ragione, possono portare l’uomo a scelte
irrazionali e dirompenti, ma qualora si riesca a incanalare nella giusta
direzione questo turbinio di umori, la passione può rivelarsi una forza
creatrice necessaria al progresso stesso dell’umanità.
Affascinata da questa spirale infinita di energie, Anna
Maria Alessandrini ha deciso di trasmetterci l’importanza che per lei questo
sentimento riveste nella nostra esistenza.
Per parlarci di un sentimento così complesso e controverso,
Anna Maria Alessandrini si serve principalmente di tre simboli prelevati dalla
natura: la mela, la ciliegia, e la rosa. Questi tre elementi hanno storicamente
rappresentato le varie ed infinite sfumature che la storia ha attribuito alla
passione: la sofferenza di Cristo, la bellezza femminile, e l’attrazione
sessuale verso una donna, e ci vengono offerti da delle vestali eteree
dall’incarnato lunare, camaleontiche figure il cui scopo è quello di esaltare
il significato dei simboli.
Oltre alla celebrazione, c’è spazio anche per parlare
dell’eterna battaglia tra ragione e sentimento, la quale è forse la principale
fonte di sofferenza dell’uomo contemporaneo. L’impossibilità di fare della
propria passione il centro della propria esistenza dilania l’uomo conducendolo
a continue lacerazioni dell’animo, e per questo la nostra mente si divide a
metà. Tra l’essere e il voler essere si frappone una grata, per cui le due
condizioni rimangono ben distanti e distinte tra loro, come quando la purezza
della geometria con le sue forme precise non riesce a combaciare con quelle
simboliche e complesse della mela o della rosa.
Dalla rappresentazione estetica della natura esterna,
occasione per un ulteriore esercizio tecnico, l’artista esprime oggi un
rinnovato interesse per l’introspezione interna degli oggetti stessi e
dell’animo umano. Con l’ausilio del suo tratto preciso e definito e dei colori
sfumati meticolosamente, l’universo della passione è questa volta interiore,
l’obiettivo è scandagliare le pieghe più nascoste della psiche attraverso una
simbologia quotidianamente riconoscibile.
Personalmente, definirei questa mostra dell’artista Anna
Maria Alessandrini ….. un tentativo di sondare le dinamiche più complesse e affascinanti
dell’animo umano a partire da un sentimento fondamentale. La stessa scelta
dell’artista rappresenta una sfida personale, sfida che è pronta ad affrontare
proprio perché forte della propria passione per la pittura, e quest’impulso
trasuda dalle sue tele e ci arriva senza subire deviazioni ma colmandoci di
ammirazione.
Giulia Naspi.
Opera di Anna Maria AlessandriniOpera di Anna Maria Alessandrini
PATRIZIA CALOVINI
“Patrizia Calovini gioca con le accattivanti seduzioni del
surrealismo e della metafisica, attraverso una figurazione raffinata e
cromaticamente intensa. Mondi diversi tra loro, si aprono improvvisamente in
una magia formale che coinvolge l'intero impianto dell'opera, che non rifugge
ad una diffusa ironia...” (Silvia Arfelli )..."
..."Ma sempre queste immagini irreali, dalla pelle pulita dal
flusso della luce, per l’inquietudine che evocano, per il particolare di un
foulard annodato in testa, di uno scollo dell’abito, di una fila di bottoncini
stretti dentro le asole del vestito, si legano saldamente alla nostra vita,
come direbbe Anna Banti al “nostro attimo terrestre" ... (Iride Carucci)
..."La costruzione spaziale ricorrente nelle opere di
Patrizia Calovini è spesso delimitata da un’architettura che emana echi a noi
familiari e che permane nella nostra memoria archetipica negli interni di Piero
della Francesca, nelle espressività giottesche, nei giochi prospettici.
Tutto quel che poi nel Novecento sarà amalgamato nel movimento
metafisico, è reinventato dall’artista... Le opere galleggiano in un vasto
limbo del luogo-non luogo, abitato da volti che attraversano il tempo, ma che
trovano il loro rigore nel grande omaggio allo stile del passato”... (Giulia
Naspi)
Patrizia Calovini, di origine altoatesina è anconetana di
adozione. I suoi studi comprendono il diploma di Maestro d'arte, Istituto
d'Arte di Trento, il diploma di grafica pubblicitaria, Ateneo 3A di Milano e il
Diploma di Pittura dell'Accademia Di Belle Arti di Macerata. Sono esposte due
opere alla Pinacoteca Comunale di Ancona, nella sezione Arte Contemporanea e
una al Museo Diocesano di Jesi. Ha partecipato alla 54 Biennale di Venezia per
la regione Marche, nella sede di Urbino.
Opera di Patrizia Calovini
Opera di Patrizia Calovini
Comunicato
stampa
“PASSIONE”
Mostra
delle pittrici
Anna Maria
ALESSANDRINI e Patrizia CALOVINI
Studio Arte Mosè
dal 1
al 20 settembre 2018
Uno
straordinario evento che non mette a confronto due pittrici, ma offre un
continuum e una integrazione scambievole ad un tema dai molti risvolti. Sabato 1 settembre 2018 alle ore 18,00 lo
Studio Arte Mosè di Rovigo presenta Anna
Maria Alessandrini e Patrizia
Calovini, due Artiste anconetane
che hanno mostrato giovanissime l’inclinazione
all’arte privilegiando studi della materia. Patrizia Calovini, altoatesina di nascita, ha conseguito
il diploma di Maestro d'arte, Istituto d'Arte di Trento, il diploma di grafica
pubblicitaria, Ateneo 3A di Milano e il Diploma di Pittura dell'Accademia di
Belle Arti di Macerata. Ha partecipato alla 54^ Biennale di Venezia per la
regione Marche, nella sede di Urbino. Entrambe
curano la Galleria Puccini di Ancona. “Passione” è il tema della rassegna di
Rovigo: una ventina di opere per enunciare un argomento così complesso e ricco
di molteplici interpretazioni semantiche. Secondo Giulia Naspi “Anna Maria Alessandrini si serve principalmente di
tre simboli prelevati dalla natura: la mela, la ciliegia, e la rosa. Questi tre
elementi hanno storicamente rappresentato le varie ed infinite sfumature che la
storia ha attribuito alla passione: la sofferenza di Cristo, la bellezza
femminile, e l’attrazione sessuale verso una donna, e ci vengono offerti da
delle vestali eteree dall’incarnato lunare, camaleontiche figure il cui scopo è
quello di esaltare il significato dei simboli”.
Patrizia Calovini sviluppa la tematica attraverso la figura femminile
con un realismo surrealista in modo da esprimere una sottile sensualità che si
scopre da creature spesso di spalle e in pose esplicitamente
teatrali. Entrambi le pittrici attraverso tutta la gamma dei colori e la
bellezza della figura femminile esprimono
in maniera esauriente e con pudica
rappresentazione il significato del sentimento della passione.
La
mostra allo Studio Arte Mosè, in Via Fiume, 18
a Rovigo sarà visitabile:
dal 1 al 20
settembre 2018
tutti i giorni
feriali, ingresso libero,
dal lunedì al
venerdì dalle 16,30 alle 19,30
La Settimana
La Settimana
Il Resto del Carlino
Il gazzettino, 1.9.2018
momento inaugurazione
momento inaugurazione
scultura in bronzo di Patrizia Calovini, "Eterno femminino"
Opera di Patrizia Calovini
Opera di Anna Maria Alessandrini
Opera di Anna Maria Alessandrini
Da sinistra P. Calovini, A.M. Alessandrini e la giornalista Maria Chiara Pavani.
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