Anna Sandra Belloni
La pennellata, il tocco di spatola, il segno della
matita sono chiari caratteri distintivi del genoma peculiare della personalità
di un’artista; non potevo iniziare diversamente trattandosi di una biologa con
l’innata passione per la pittura. Abituata alla precisione e alla minuziosa
attenzione dei particolari durante l’attività professionale, in questo ultimo
periodo, tagliato il cordone ombelicale con i laboratori, si è dedicata
maggiormente alla tavolozza. Anna Sandra Belloni, schiva ad esibirsi, continua
a manifestare la sua ansia di ricerca e di slanci evolutivi nell’applicazione
tecnica e nelle sensazioni espresse. Nel gioco emotivo assorbe l’oggetto dei
maestri del passato per interagire attraverso delle reinterpretazioni -mai delle
copie- alle volte cariche di indiscusse valenze critiche e non senza tocchi di
sagace satira. Rammento “Riciclo con arte” in cui Anna Sandra mette come
copricapo alla cinematografica interprete vermeeriana la sportina di plastica
del supermercato… In altre immagini evidenzia lo scambio delle tonalità grigie
sul fondo ruvido della tela, della tavola, reminiscenza di Xavier Bueno, per
esaltare la scorza sulla sofferenza. A proposito della matrice su cui dipinge
Belloni sono da rilevare l’amalgama della base e la materia usata. Impasta un
fondo simile all’intonaco utilizzando sabbia, colle e calce sul quale vibra
tocchi di spatola con risultati sorprendenti: immagini che rimandano ad altri
tempi, che ritraggono situazioni attuali con un languore desueto. Gli scorci di
paesaggio fanno emergere la reinterpretazione quasi museale del soggetto con la
funzione propedeutica all’attenzione su temi cari al cuore. Il fermo immagine
sulla donna è il chiarimento di Anna Sandra del femminino, dipinto con l’occhio
imparziale della donna sulla donna, oltre a proporre allo spettatore il tempo
della riflessione contro il veloce, individualistico, incedere del vivere
attuale. Vincenzo Baratella©
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