Vele
di Luigi Marcon
“Quando l’alta marea e
la notte li annullava (gli scogli), vele sottovento sbandavano più al largo
per sfuggire l’insidia”. Vele per una mostra diversa,
tematica, introspettiva, per raffigurare il viaggio interiore dell’andata e del
ritorno con il preciso scopo di approdare nel porto sicuro. Una riflessione
sulle vele come il mezzo per affrontare il cammino dell’esistenza: il mare su
cui, a volte, spuntano isolotti insidiosi nelle tenebre e scivolosi per le
alghe anche alla luce del sole. Le incognite della navigazione interiore:
serene se superate su di un mare calmo smeraldino; fraudolenti nelle asperità,
negli imprevisti sinistri. Le vele si gonfiano al vento nello spostamento.
Nella proiezione della metafora c’è il desiderio della narrazione del sé; “il
coraggio dell’Arte” attiva il desiderio della comunicazione. Luigi Marcon, a
seguire la totale dedizione per l’incisione, ritorna al dipinto, alle origini
del suo percorso artistico. Conobbi l’amico e Artista negli anni Ottanta nella
galleria rodigina Incontro. Nel terzo
millennio è iniziato un sodalizio forte con numerose rassegne presso lo Studio
Arte Mosè. L’Artista trevigiano è noto
soprattutto come superlativo grafico. Qualità ineguagliabili rilevano le stampe
nell’acquaforte, nell’acquatinta, nella puntasecca, nella ceramolle, in cui
s’alternano velature, effetti carboncino, segni decisi quasi a matita grassa,
infinitesimali tratti che solo la perizia di chi ha sperimentato e praticato
l’incisione per un’intera vita sa palesare. Ha all’attivo una produzione di
oltre cinquemila lastre… Ha raffigurato le montagne, i corsi d’acqua, i laghi,
i mari, le colline, i paesi, le città, macchie boschive, prati, declivi,
castelli e borghi d’Italia e d’Europa. Le poste tedesche possono con orgoglio
esibire un francobollo commemorativo l’ottocentesimo anno dalla fondazione
della città di Landshut, assieme ad una sala museale dedicata al Nostro. La saletta della grafica, spazio in cui
Marcon ha consacrato tempo ed energie per esporre ed insegnare l’arte della
calcografia è oggigiorno un punto di riferimento, la meta per appassionati ed
estimatori. Una triste virata del
timone ha costretto Luigi a recuperare l’iniziale passione di gioventù: la
pittura ad olio; quella che ammirai quarant’anni fa, ora perfezionata con sorprendenti
risultati, dovuti alle esperienze maturate. Una ventina di opere, sotto il
comune denominatore di “vele”, sfoggia porzioni di paesaggio su cui campeggiano i corredi dei pescatori,
fondamenta pei naviganti; pur nell’esecuzione in studio, gli oli sono il frutto
di un incommensurabile insieme di schizzi, di appunti, di taccuini, di realizzate
incisioni. In ogni quadro il riscontro fedele al vero, al paesaggio reale che
Marcon ha colto durante differenti viaggi e ispirazioni. “Vele” dal tocco deciso,
di getto, per marcare le sensazioni, il movimento, le geometrie ed i volumi di
terre, lidi, acque, porti, ponti e chiese. E’ pennellata spedita per ostentare
l’immediatezza dell’attimo vissuto con sentimento. I contrasti cromatici sono
forti all’unisono con la mutevolezza degli stati d’animo. C’è comunque in ogni
opera la poesia ghermita, baudelairiana nello spleen della rabbia intima,
autoritratta attraverso l’interiorizzazione di un pathos poetico tipico dei
soli grandi Artisti. Il trasporto emotivo con pennellate veloci, dai
chiaroscuri marcati, da timbri mai omogenei, riconduce al volo romantico, tra
impeto e tempesta, che solo anime nobili come Luigi possono trasmettere. Vincenzo Baratella©
Comacchio, olio, 50 x 70
Una curiosità: alla vigilia della mostra Marcon ha ritoccato e aggiunto all'opera Comacchio, tre amici artisti -da sinistra- Cesare Baldassin, Nives Cais e Gina Roma, con i quali condivise una bella parentesi artistica comacchiese.
Vele in canale, olio, 58 x 43
Città di Landshut, incisione di Luigi Marcon per francobollo tedesco commemorativo (sotto)
Luigi Marcon
Marcon, Porta San Bartolomeo, 2006, incisione eseguita espressamente per lo Studio Arte Mosè
momento inaugurazione, da sinistra: Surian, Andreotti, Baratella
momento inaugurazione, da sinistra: Vincenzo Baratella e Lucio Scardino
momento inaugurazione
momento inaugurazione
momento inaugurazione
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