EREDITA’
MORANDI
dal 31/05/14 al 19/06/14 allo STUDIO ARTE MOSE'
UNA
COLLETTIVA DI GRANDI INCISORI PER RICORDARE I CINQUANTANNI DALLA SCOMPARSA DEL MAESTRO
BOLOGNESE.
L’esperienza incisoria che utilizza la
visione essenziale degli elementi esterni declina in brevi tratti l’idea di un
paesaggio, di un oggetto, fra ombre e
luci che appartengono alla mentalità dell’epoca in cui vengono realizzate. La staticità degli elementi:
bottiglie con la loro polvere che è non solo accumulo di esperienza, del tempo, un tentativo di
fermare il continuo fluire del mondo, delle sue contraddizioni intrinseche; il
vuoto degli oggetti è come
l’impossibilità dell’agire, un
nichilismo estatico-estetico racchiuso nelle suppellettili sempre uguali a se
stesse. Nei paesaggi i tratti regolari rompono l’armonia delle linee naturali,
sottolineano la frattura, lo spezzettamento della visione,
del pensiero frantumato,
irrecuperabile nella sua interezza, nella ricerca di un obiettivo, di
ricostruire valori negati, dimenticati,soprattutto per coloro che,come Morandi,
hanno vissuto e tentato di razionalizzare il trauma dell’evento bellico.
Dall’analisi delle singole
esperienze incisorie possiamo
osservare come Pio Penzo
abbia realizzato le sue opere
dedicate ai paesaggi veneti – veneziani
seguendo la tecnica di Morandi e con
esito felice perché il modello è stato
rielaborato dalla sensibilità, dalla cultura del Maestro salesiano.
L’incisore Marcon adotta accorgimenti che rendono l’immagine fluida,
come appena uscita da un acquerello,
sospesa, una riflessione sulla visione del mondo circostante.
Nell’opera
di Tregambe
le numerose morsure, l’utilizzo della punta secca fanno emergere momenti
dell’anima, la nostalgia del tempo trascorso, gli affetti mancati. La
solitudine dei luoghi, degli oggetti sono un racconto silenzioso dei ricordi.
L’esercizio del ricordo
si stempera nei paesaggi, negli ambienti
della quotidianità ormai trascorsa, ma che è dentro ognuno di noi, è
il nostro vissuto di altri tempi, di altri momenti.
Completano la rassegna le
opere di Dal Prà,
Calabrò anch’esse di indiscussa perizia tecnica, tra le
altre merita menzione
l’acquaforte di Tono Zancanaro impressa
presso la stamperia Busato di Vicenza, rinomata per aver divulgato l’opera dei più significativi incisori del
secolo scorso. Nella collettiva non manca una
punta secca del 1940 di Angelo
Prudenziato, amico e allievo di Giorgio Morandi assunto come pretesto nominale in occasione del cinquantesimo della
scomparsa.
Emanuela
Prudenziato
Angelo Prudenziato,, Nudo
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