Giovanni
Russo allo Studio Arte Mosè
con
riflessioni sulla società.
Inaugurata sabato 14
marzo allo Studio Arte Mosè la personale di Giovanni Russo ha riscosso unanime
apprezzamento. L’Artista trevigiano ha avuto giovanissimo il suo primo
approccio all’arte; a soli sedici anni sentiva un’attrazione indicibile per
l’impasto con i colori ad olio. La maturità lo spinse ad usare molteplici
tecniche per meglio esprimere le sue tematiche. Con una ventina di opere di
indiscussa bellezza, presenti nella mostra, Russo fa emergere una
personalissima tecnica. Al primo impatto visivo sembra di gustare una rassegna
fotografica con immagini dalle tonalità seppiate, quasi ingiallite dal tempo. In
molti casi c’è comunque una rielaborazione di foto che hanno fissato peculiari
fatti sociali. Russo utilizza per lo sfondo carta da pacchi ocracea; su questa
disegna i soggetti che successivamente definisce con i pastelli neri e altri
della scala del grigio. Gli interventi
con il bianco sono tocchi di luce per dare volume ai corpi. La carta vergata
favorisce una sorta di trama che ricorda la retinatura di vecchie foto. Solo in
due opere l’Artista ha voluto marcare maggiormente le tonalità del verde … il
colore che più riporta alla speranza nella terza età. Questo è un argomento più
volte trattato nella mostra: l’anziano al parco con il coetaneo dirimpettaio
con il quale condivide il buon bicchiere di vino e la frugale merenda con uova
sode. Due anziani al dopolavoro ferroviario, colti a condividere la lettura del
quotidiano, lasciano trasparire espressioni di pessimismo. L’incertezza del
domani è massimamente evidenziata in un’opera che ricorda la miseria durante la
depressione americana. Compare l’insicurezza economica e i bimbi smarriti
chiedono cibo alle madri. Sono in alcuni casi immagini forti; nella comparazione
ieri e oggi, Russo sottolinea il comune denominatore che lega le opere in
mostra: le riflessioni sulla società; i temi caldi di Papa Francesco sulla
dignità dell’uomo con il lavoro e le povertà nel mondo … E’ smarrito lo sguardo
dell’anziano, contadino con la camiciola a quadrettini e la “cicca” tra le
labbra, soprattutto se a fianco, su di
una vetrina, campeggia l’inquietante sigla INPS. Sfondi e paesaggi alle spalle
dei protagonisti sono delle scenografie all’unisono con i temi sviluppati: i
rifiuti sull’acciottolato accentuano il degrado della società consumista.
Tuttavia Russo non ha una visione pessimistica del mondo; fa vedere, dopo la
denuncia, il desiderio della ripresa e del riscatto. La neve, spesso presente,
candida, pulita, monda tutte le sozzure umane
- l’Artista la predilige nelle opere proprio per questa funzione - e
rende agli uomini un’immagine di pulizia e di raccoglimento. In questo Giovanni
Russo ama confrontarsi con se stesso e trovare l’armonia con l’umanità. Vincenzo Baratella
inaugurazione da sinistra: Giovanni Russo, giornalista Dott.ssa Maria Chiara Pavani, Dott. Paolo Avezzù e Dott.ssa Emanuela Prudenziato.
Vincenzo Baratella presenta la rassegna; al centro l'Artista; a destra il Dott. Paolo Avezzù.
Interno con Figure Ferrovieri - 44,5x56 carboncino su carta
INPS, carboncino su carta su tavola 40x30
Terza età 35x49,5 carboncino su carta
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