giovedì 7 luglio 2011

Raimondo Lorenzetti allo Studio Arte Mosè

"L'altalena" opera ad olio di Raimondo Lorenzetti.
L'artista veronese è una consolidata presenza nello Studio Arte Mosè; è legato da amicizia con Emanuela Prudenziato e Vincenzo Baratella.















Emanuela Prudenziato davanti a tre opere di Raimondo Lorenzetti, presente nel Pad. italiano della Biennale di Venezia 2011.










PRESENTAZIONE DELLA PERSONALE DI LORENZETTI ALLO STUDIO ARTE MOSE' IL 14 APRILE 2007.
E’ inquietante sottoporsi all’analisi di sé; speculare filosoficamente sul ruolo che ognuno assume nella vita. E’ quasi ovvio discutere perché siamo qui e da dove veniamo. Traumatico è l’interrogativo privo di risposta: “perchè mi è d’obbligo svolgere questo ruolo piuttosto di un altro, comparandomi con gli altri?” Nell’imbuto della vita s’accalcano le componenti meritorie e indecorose dell’esistere. La natura matrigna si manifesta subito, già nel grembo materno, per sfumare anche la più tenue delle speranze, non dà spazio a riflessioni serene. Le uova dell’araba fenice schiudono i gestori dell’esistenza, che si clonano anche con un atomo di male. La partenogenesi del sé rientra nell’epochè fenomenologia della tematica dell’artista veronese. Lorenzetti è interiormente triste, arrabbiato con il meccanicismo cosmico; i suoi saccenti ficcano le loro idee sottoterra, con coni di teste di struzzo. Le verità esoteriche sono scritte solo nei libri; l’essoterico pende con fili di seta dalla bocca di un cane, forse troppo fedele per impalarsi contro un cielo gravido di nubi che s’aggomitolano come feti. L’odio per la dea madre, per la bona dea, che si concede ad accondiscendere le richieste di bimbo in “momenti di gioco” è fuggevole istante di serenità. Il futuro adulto addita la tartaruga gravata dal peso enorme delle responsabilità. Quella di Lorenzetti è una pittura fatta di simboli e di metafore: significanti precisi che marcano porzioni dell’inconscio. Come Baltus, tra l’altro la gamma cromatica rileva l’associazione, anche Lorenzetti è il pittore metafisico del “male di vivere”. In alcuni quadri è rappresentato l’accavallarsi delle azioni a mo’ di gioco, purtroppo è la finzione dell’esistere che mette sul palcoscenico della vita uno, nessuno e centomila, colti nella loro brutalità, alla stregua di Bosch.
Vincenzo Baratella


 


Il prof. Vincenzo Baratella, curatore critico dello Studio Arte Mosè, lo scrittore Gian Antonio Cibotto e l'Artista Raimondo Lorenzetti. Alle pareti le opere dell'Artista veronese.
































Raimondo Lorenzetti, Antonio Zanchetta e Edi
Brancolini.











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